Meyer: questo “Boris” è uno degli spettacoli più belli della mia carriera

"Versione originale del 1869, più aspra di quella di Rimskij-Korsakov"

NOV 22, 2022 -

Milano, 22 nov. (askanews) – “Tre anni fa eravamo seduti con il direttore musicale Chailly, e ci dicevamo che forse era giunto il momento di cambiare e abbiamo pensato al Boris, un titolo storico delle stagioni scaligere fin dalla prima italiana del 1909 voluta da Toscanini fino a quella di Claudio Abbado della quale abbiamo un ricordo comune. Ma per mettere in piedi questo progetto è stata determinante l’adesione al progetto di Kasper Holten, uno dei grandi registri del nostro tempo, regista di un ‘Ring’ di Wagner che è entrato nella leggenda. La persona giusta perché non è solo un grande artista ma ha consapevolezza profonda di quello che fa, è uno che studia, che conosce il Boris in tutte le sue parti, che è capace di fare cose nuove, e che entra nell’essenza del progetto di un’opera. Ma abbiamo deciso di fare ‘Boris’ quando abbiamo saputo che Ildar Abdrazakov, un cantante straordinario e uno dei più grandi interpreti della storia di quest’opera, sarebbe stato libero. Poco dopo, Kaspar ci ha presentato un bozzetto molto elaborato, profondo, interessante e allora siamo andati avanti con molto entusiasmo”. Lo ha detto il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, nel corso della conferenza stampa di presentazione di “Boris Godunov”, l’opera di Modest Musorgskij che il prossimo 7 dicembre aprirà la stagione 2022-2023 del Piermarini. “E’ un Boris nella sua versione originale, quella del 1869, che preferisco: più aspra, dura e concentrata rispetto alla versione di Rimskij-Korsakov” ha proseguito Meyer, aggiungendo che “le prove sono state straordinarie con artisti davvero eccezionali e un regista che ha fatto lavoro meraviglioso”. “E’ un’opera che ho sempre amato, e questo spettacolo è uno dei più belli della mia carriera: non vedo l’ora che lo vediate, guardatelo come uno dei grandi capolavori della storia dell’opera, fatto con molto cuore e voglia di fare bene e che forse lancerà un messaggio universale”.