Terrorismo, progettavano azioni violente contro civili e polizia

Arresti a Napoli, diffondevano messaggi attraverso i social

NOV 15, 2022 -

Napoli, 15 nov. (askanews) – Attraverso la diffusione sul web del sito dell’associazione ‘Ordine di Hagal’ e l’utilizzo di altri social media avevano intenzione di compiere “eclatanti azioni violente” sia nei confronti di civili che di appartenenti alle forze di polizia. E’ quanto emerso nel corso delle indagini che hanno portato all’arresto di quattro persone, ritenute componenti di un’associazione sovversiva di stampo neonazista, negazionista e suprematista. Il gruppo aveva sede a Marigliano, in provincia di Napoli. L’indagine, iniziata nel 2019 e coordinata dalla procura partenopea, è stata svolta attraverso numerose intercettazioni e controlli telematici, già a maggio e ottobre 2021 aveva già portato all’esecuzione di 30 perquisizioni. L’ordinanza eseguita oggi da Digos e Direzione centrale della Polizia di prevenzione-Ucigos con il servizio di Polizia postale, vede il coinvolgimento di cinque persone: quattro sottoposte alla custodia cautelare in carcere per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, in quanto ritenuti gravemente indiziati di avere costituito, organizzato, promosso e finanziato “un’associazione per delinquere, operante anche attraverso la diffusione del sito web dell’Associazione ‘Ordine di Hagal’ e l’utilizzazione di altri social media, finalizzata al compimento di atti eversivi violenti, istigazione a delinquere, apologia e negazionismo, con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, diretta e idonea a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali nonché quello politico e giuridico dello Stato, avente carattere e finalità neonazista, suprematista e di discriminazione razziale, etnica, e religiosa”. Gli stessi sono anche indagati per avere compiuto attività di propaganda delle idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale ed etnico, e di istigazione a commettere atti di discriminazione e di violenza per motivi razziali ed etnici, fondati anche sulla minimizzazione in modo grave e sulla apologia della Shoah. La quinta persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a Roma perché gravemente indiziata di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Attraverso Facebook, “scambiava, diffondeva e propagandava materiali, testi e video nel web, in modo che derivasse concreto pericolo di diffusione, di ideali neonazisti e suprematisti fondanti in tutto o in parte sulla discriminazione per motivi razziali nonché sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra”. Contestualmente sono state eseguite 26 perquisizioni personali, domiciliari ed informatiche nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Milano, Torino, Palermo, Ragusa, Treviso, Verona, Salerno, Potenza, Cosenza, Crotone, nei confronti di altre persone, alcune indagate ed altre emergenti dalle indagini, poiché in contatto con le persone arrestate attraverso i social ed i canali dedicati nel complesso circuito nazionale neonazista.