Arte, la pala dell’Assunta impreziosisce di nuovo abside

Basilica dei Frari a Venezia

OTT 4, 2022 -

Venezia, 4 ott. (askanews) – A cento anni dal ritorno dei frati minori conventuali nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, è stata presentata oggi, festa di S. Francesco, la pala de L’Assunta, capolavoro di Tiziano Vecellio che torna a impreziosire l’abside della basilica veneziana dopo un’imponente campagna di restauri durata quattro anni, finanziata interamente da Save Venice, uno dei Comitati privati per la Salvaguardia di Venezia. Il capolavoro tizianesco è stato oggetto di un radicale intervento il cui obiettivo primario è stata la messa in sicurezza del sito, la messa in sicurezza delle condizioni del dipinto, che vanta una superficie di 28 mq., e il restauro dell’importante cornice lapidea che lo circonda. Decine i professionisti ingaggiati e innumerevoli le operazioni patrocinate: dalle indagini diagnostiche al restauro della pala e della sua cornice, passando per la messa in opera dei ponteggi, la rimozione dell’organo dal retro della pala, la manutenzione e disinfestazione dai tarli del supporto ligneo, in quanto la pala è dipinta su 20 assi di legno di pioppo bianco, uno dei dipinti su tavola più estesi al mondo, e che misura m.6,90×3,60. L’Assunta aveva subito un importante restauro attorno al 1816, poi ancora a metà degli anni ’70 del ‘900. Ora ci viene restituita con una palette di colori vibrante e luminosa, come probabilmente l’aveva pensata Tiziano nel 1516 quando gli venne commissionata da Frate Germano, superiore del Convento dei Frari e da allora i frati della Comunità ne sono custodi vigili e premurosi e negli anni a venire ne avranno in carico la cura. L’intervento di restauro ha coinvolto in primis Padre Lino Pellanda e la comunità della Parrocchia dei Frari e quindi il Patriarcato di Venezia, la Soprintendenza ai Beni artistici lagunari e la direzione lavori affidata a Giulio Manieri Elia – direttore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia – e il Laboratorio Scientifico della Misericordia che, assieme, hanno condiviso e sostenuto l’intervento certosino dei restauratori Giulio Bono per la parte pittorica e Egidio Arlango per quanto riguarda la cornice marmorea. Tutti gli interventi sono stati eseguiti in situ per non sottoporre il capolavoro ad eventuali stress ambientali. Tra le scelte operative più significative, si segnala la decisione di smontare l’organo Mascioni risalente agli anni venti del ‘900, che era stato installato dietro alla pala ed ancorato ad essa con tutte le conseguenze che ciò comportava: dalle vibrazioni all’invasione di tarli all’impossibilità di rimozione della pala stessa in caso di necessità. L’organo, smontato, restaurato e poi ricomposto, è stato donato alla Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice di Jesolo. Altra novità emersa grazie al restauro sono due angeli nei “pennacchi” ai lati della cornice lapidea, quasi del tutto “spariti” prima della pulizia ed ora nuovamente visibili e ben delineati, forse anch’essi opera di Tiziano.