Salute, va in ospedale viene dimesso e muore: indagati 12 medici

Il caso di Leonardo Preteso al Santissima Annunziana di Taranto

SET 27, 2022 -

Roma, 27 set. (askanews) – Per una urgenza va in ospedale, ma dopo alcuni accertamenti e la somministrazione di una cura medicinale, viene rimandato a casa e muore. E’ questo quanto accaduto a Leonardo Preteso, al Santissima Annunziata di Taranto e per cui la Procura ha iscritto sul registro degli indagati il nome di 12 medici. Dopo un episodio di parestesia Leonardo – si spiega – ha avuto una dissezione della carotide e dopo l’esito di quell’esame era tornato ancora in ospedale con gli stessi problemi, ma l’avevano sempre rimandato a casa con una cura farmacologica. Lo scorso giovedì notte, però, dal Santissima Annunziata non è più uscito vivo. Riscontrando l’esposto presentato dai genitori, che si sono rivolti a Studio3A, la Procura di Taranto, con il pm Mariano Evangelista Buccoliero, ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo sul decesso di Leonardo. Il sostituto procuratore, dopo aver posto sono sequestro e acquisito le cartelle cliniche, ha formalizzato le contestazioni nei confronti dei dottori, che operano in sette diverse strutture complesse. L’autopsia di Leonardo Preteso, che aveva appena 19 anni (ne avrebbe compiuti venti il 4 dicembre), sarà effettuata giovedì 29 settembre. Anche per questo è stato necessario indagare i medici, così da consentire ai sanitari di nominare dei consulenti di parte per gli accertamenti tecnici non ripetibili, per i quali in questi giorni hanno ricevuto tutti l’informazione di garanzia, così come le parti offese. La verifica – si aggiunge – sarà determinante per chiarire con esattezza le cause della morte ed eventuali responsabilità. Alle operazioni peritali parteciperà anche il medico legale dottor Aldo Di Fazio messo a disposizione come consulente tecnico di parte da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini a cui, attraverso il responsabile della sede di Taranto, Luigi Cisonna, si sono affidati i familiari del giovane per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, con la collaborazione dell’avvocato Daniele D’Elia del foro di Taranto. Leonardo, che era sanissimo e non soffriva di alcuna patologia, il 30 agosto era stato accompagnato di corsa dal padre e dalla madre al pronto soccorso del Santissima Annunziata avendo accusato, dopo essersi alzato dal letto, delle parestesie alle mani e alle braccia estese anche alla bocca e al volto. Secondo il referto aveva “scotomi agli occhi, tetraipostenia e difficoltà nella articolazione della parola per circa tre minuti, ipostenia brachio crurale destra per 4-5 minuti”. Il giovane dopo alcuni esami era stato dimesso con la prescrizione di una risonanza magnetica “encefalo con angio” e di tornare con l’esito un mese dopo. I genitori hanno subito prenotato, privatamente per fare il più in fretta possibile – si sottolinea – che il ragazzo ha effettuato il 6 settembre e che ha rivelato un “difetto di flusso dell’arteria carotide come da probabile dissezione”. Con questo risultato Leonardo è tornato in ospedale il 17 settembre. Ma anche in questo caso non è arrivato il ricovero. Ma solo l’indicazione di prendere della cardio-aspirina ed il consiglio di un “controllo angio Rm dei vasi del collo tra un mese”. Alla mezzanotte e mezza di giovedì 22 settembre il papà di Leonardo – si spiega – è stato svegliato nel cuore della notte da un tonfo. Il figlio è stato trovato riverso sul pavimento del bagno, svenuto. In preda a lancinanti dolori addominali, è tornato in sè per alcuni minuti, ma ha perso i sensi di nuovo mentre i sanitari del 118, immediatamente chiamati, dopo averlo sottoposto a un elettroencefalogramma, lo stavano conducendo, a braccia e non in barella, in autolettiga per trasportarlo all’Annunziata, dov’è arrivato in codice rosso. Il ragazzo è stato ricoverato in Neurologia ed i medici inizialmente hanno rassicurato la mamma e il papà che avevano seguito il figlio all’ospedale, dicendo loro che potevano tornare a casa tranquilli. Alle 4.30 circa il papà lo ha chiamato al cellulare e il giovane era cosciente e vigile, gli ha riferito che i dolori al basso ventre, intensi, persistevano, ma che avrebbe dormito disteso sul lato opposto a quello sofferente. Poco dopo però la situazione è precipitata. La dottoressa in servizio ha chiamato a casa informando i genitori che il figlio si sentiva male e invitandoli a tornare in ospedale, e al loro arrivo li ha messi al corrente che il paziente aveva subito un primo arresto cardiaco ed era stato intubato. Lo hanno quindi condotto ad effettuare una Tac ma durante l’esame Leonardo è stato colto da un secondo arresto: la stessa dottoressa ha spiegato ai genitori che il giovane aveva in corso un’emorragia interna di cui però non si conosceva la causa. Poco dopo le 6 del mattino saranno due infermiere a comunicare loro che Leo non ce l’aveva fatta. Sconvolti, con tante, troppe perplessità su come i medici hanno gestito il caso del figlio, i genitori di Leonardo si sono quindi rivolti a Studio3A e, nonostante il dolore senza fine, in quella stessa giornata hanno trovato la forza per presentare denuncia al commissariato sezionale Borgo della Questura di Taranto chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare i fatti. Bisogna “chiarire cosa sia successo al ragazzo e perseguire eventuali responsabilità, omissive o commissive, da parte dei medici che l’hanno avuto in cura”. Ed a questo esposto la Procura di Taranto ha dato risposta con l’apertura di un fascicolo e i provvedimenti conseguenti.