Il geologo: il nubifragio è stato anomalo ma a Cantiano il fiume è tombato e il ponte è basso

L'analisi di Fabio Luino, ricercatore del Cnr e coordinatore Sigea

SET 17, 2022 -

L'alluvione Roma, 17 set. (askanews) – “Il nubifragio che si è abbattuto sulle Marche è stato rilevante: le precipitazioni misurate alla stazione di Cantiano riferiscono di valori pari a 101,4mm in un’ora, 256,6mm in 3 ore, 384mm in 6 ore, 419mm in 12 ore (ma concentrate in 8). I 384mm in 6 ore sembrano tanti, ma si collocano ‘solo’ al sedicesimo posto nella classifica italiana di sempre”. Lo ha detto Fabio Luino, geologo, coordinatore dell’Area Tematica “Dissesto Idrogeologico” della Società Italiana di Geologia Ambientale e ricercatore del Cnr. “Ritengo tuttavia che i valori dell’evento di ieri vadano letti in termini più relativi alla zona colpita – ha continuato – Considerando la climatologia locale, 419 mm in sole 8 ore nell’entroterra marchigiano credo siano qualcosa di veramente anomalo. Bisognerebbe avere sotto mano le serie storiche per poter verificare se su quella regione sia mai piovuto tanto in un lasso di tempo simile. Se poi ci sia stato un contributo di mare e atmosfera troppo caldi lo potranno dire le eventuali analisi di ‘weather attribution'”, ha spiegato Luino. L’esperto ha poi sottolineato: “Io attirerei però l’attenzione sull’aspetto peggiorativo dell’interferenza con ‘le nefandezze urbanistiche’ che emergono sempre il giorno dopo. Anche in questo caso una semplice analisi con street view dell’abitato di Cantiano ci mostra il corso d’acqua principale parzialmente ‘tombato’ (cioè coperto) – ha continuato Luino – ed anche un ponte a luce decisamente insufficiente a monte del quale (pochi metri) hanno costruito più recentemente un ponte ancor più basso. Praticamente uno sbarramento. Una cattiva gestione del territorio purtroppo viene sempre esaltata dall’episodio parossistico. Dispiace che ne paghino le conseguenze persone che non hanno alcuna responsabilità”. Facendo un passo indietro nella storia, Luino ha poi ricordato: “In Italia dopo l’evento del 1966 si prese seriamente in considerazione del problema del dissesto geo-idrologico: la commissione De Marchi, dopo 4 anni di studi, diede delle precise linee guida che il Governo (qualunque esso fosse) avrebbe dovuto percorrere. Ma purtroppo poco o nulla venne fatto: nessun Governo ha mai preso seriamente in considerazione il problema del dissesto geo-idrologico, così come il ruolo del geologo, spesso considerato solamente una cassandra”. Red/Nav/Int14