Morì folgorato mentre giocava a calcio, processo a Messina

"Non vale diritto all'oblio, fatto è dell'estate 2016"

AGO 24, 2022 -

Sicilia Roma, 24 ago. (askanews) – Salvatore D’Agostino il 2 agosto del 2016 stava giocando nella piazza davanti alla Chiesa Madre ad Antico Borgo Cavallaro, nella frazione di Gaggi, in provincia di Messina. Per recuperare un pallone il ragazzo, che ha 15 anni, tocca un faretto e rimane folgorato. Dopo 18 giorni di coma Salvatore è deceduto, “gettando nella disperazione i suoi cari e tutto il paese”. I genitori, tramite l’area manager Sicilia Salvatore Agosta, per fare piena luce sui fatti e le responsabilità e ottenere giustizia si sono affidati a Studio 3A-Valore spa, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, subito attivata per dare il proprio apporto alle indagini, in collaborazione con l’avvocato Filippo Pagano. Per accertare le responsabilità – si ricorda – “è stato presentato un esposto alla Procura messinese, che aveva aperto un fascicolo contro ignoti, chiedendo di individuare il proprietario dell’area, il titolare dell’utenza che alimentava il faretto e il fornitore dell’energia, chi l’avesse collocato collegando i cavi e mettendolo in esercizio, a chi competesse la manutenzione; che si accertasse se l’installazione fosse a norma viste la mancanza di griglie di protezione e cartelli di pericolo e la presenza di nastro adesivo ormai consunto che attestava un datato e maldestro intervento sui cavi; che si documentasse lo stato dei luoghi e l’accessibilità a tutti”. E così nell’estate 2017 la Procura di Messina – si aggiunge – ha iscritto nel registro degli indagati Susanna Gemmo, oggi 59 anni, e l’ingegner Francesco Trimarchi, 41, rispettivamente presidente del Cda e responsabile dell’ufficio Tecnico e gare d’appalto (con particolare riferimento a quelle per la Sicilia) della Gemmo S.p.a., colosso del settore delle grandi infrastrutture, impianti tecnologici e servizi. E’ a questa azienda che il comune di Gaggi aveva affidato la gestione del suo impianto di pubblica illuminazione. Il 9 ottobre 2018 il gup Eugenio Fiorentino ha deciso “il rinvio a giudizio di entrambi gli imputati”. Il processo si tiene davanti al tribunale monocratico di Messina, II sezione penale, ammettendo anche la costituzione di parte civile dei genitori e della sorella di Salvatore. Il 24 maggio 2019 il giudice monocratico Alessandra di Fresco, accogliendo l’istanza del legale delle parti civili, ha autorizzato e ordinato, “la citazione, in qualità di responsabile civile, della società Gemmo s.p.a., per rispondere, eventualmente in solido con gli imputati, del risarcimento dei danni patiti dalle parti civili”. Malgrado il blocco dovuto alla pandemia e diversi rinvii il processo è andato avanti ed il 23 novembre prossimo saranno sentiti alcuni testimoni. Dallo Studio 3A-Valore spa si sottolinea che gli imputati non possono invocare il diritto all’oblio. “Il fatto non è risalente a decenni addietro, ma al 2016. Ed il procedimento penale è ancora assolutamente in corso”. La mamma e il papà di Salvatore – si sottolinea – sono rimasti profondamente amareggiati di questa richiesta.