Wwf: da 12mln a 415mila in 100 anni, in Africa elefanti in estinzione

"Oltre 20mila all'anno uccisi per le zanne"

AGO 11, 2022 -

Ambiente Milano, 11 ago. (askanews) – In occasione della Giornata mondiale dell’elefante che si celebra domani, il Wwf lancia l’allarme sullo stato di questi pachidermi in Africa, dove quello di savana (Loxodonta africana) e quello di foresta (il meno conosciuto e più piccolo Loxodonta cyclotis) hanno subìto un drammatico declino negli ultimi decenni a causa della distruzione del loro habitat e per il bracconaggio: a causa delle zanne ne vengono infatti uccisi oltre 20mila l’anno. Il numero di pachidermi di entrambe le specie nel continente africano è drasticamente diminuito: dai 12 milioni stimati circa un secolo fa ai 415mila individui riportati nell’ultimo censimento su larga scala. Se la popolazione dell’elefante di savana ha subìto una riduzione del 60% negli ultimi 50 anni, va ancora peggio per l’elefante di foresta, la cui popolazione negli ultimi vent’anni è passata da 270mila esemplari a meno di 75mila. La loro popolazione, tra il 2002 e il 2011, nella sola area centro-africana, ha subito un declino del 62% e una riduzione del proprio areale del 30%. Questo drammatico declino è ulteriormente peggiorato dal 2011 al 2015 con una perdita di popolazione fino al 90% in alcuni territori. Nel 2021 questi animali sono stati inseriti dalla Iucn nella “red list” delle specie minacciate di estinzione, e oggi l’elefante di foresta è addirittura inserito tra le specie in “pericolo critico”, ovvero con elevato rischio di estinzione a breve termine. Ma anche l’elefante di savana è in pericolo a causa dall’effetto delle attività umane. Gli effetti della crisi climatica, con il conseguente aumento in numero e intensità delle ondate di caldo e siccità, provoca la scomparsa di grandi aree umide e la necessità di sempre più grandi spostamenti per trovare acqua. Poi c’è il bracconaggio, che resta ad oggi la causa principale del declino di entrambe le specie di elefanti africani: nonostante dal 1989 la Cites abbia regolato il commercio d’avorio e dal 2018 la Cina, primo mercato al mondo per richiesta, ne abbia vietato commercio e detenzione, si stima che proprio a causa delle zanne ogni anno vengano uccisi oltre 20mila elefanti. Negli ultimi anni il fenomeno delle uccisioni illegali si è ulteriormente esteso per la sempre più diffusa presenza di gruppi terroristici, che spesso gestiscono il commercio illecito di parti di animali selvatici. Oltre al mercato dell’avorio, oggi molti elefanti vengono uccisi a causa del conflitto che il plantigrado può creare con le attività di alcune comunità locali. Tra le cause del declino c’è anche la perdita di habitat per l’intensificazione di attività antropiche come l’agricoltura o la realizzazione di infrastrutture. Nonostante queste tendenze allarmanti, gli studi dimostrano che gli sforzi di conservazione in alcuni contesti si stanno dimostrando efficaci, e la lotta al bracconaggio e una pianificazione territoriale migliore che promuove la coesistenza uomo-fauna sono la chiave per la conservazione di questa specie. Inoltre, recentemente un gruppo di ricerca delle Università di Bath, Oxford e Twente ha brevettato un algoritmo che permette ad un satellite di scansionare ampi territori in brevi periodi migliorando il monitoraggio e i censimenti, risultando meno invasiva per gli animali, e utile come strumento per il rilevamento delle carcasse e eventuali azioni di bracconaggio. Il WWF infine lancia un appello all'”adozione simbolica” di un elefante che si può fare dal suo sito.