Sostenibilità, Mari: quello che è buono per il pianeta è buono per il tuo portafoglio

Intervista a Ingenio del presidente del Green Building Council Italia

AGO 8, 2022 -

Sostenibilità Roma, 8 ago. (askanews) – “Contrastare l’inquinamento atmosferico, il riscaldamento globale e, al contempo, fornire sicurezza energetica al proprio paese, non è un affare da ambientalisti, è un affare da imprenditori e amministratori che hanno a cuore il proprio business e il futuro dei propri territori”. Lo dichiara Marco Mari, presidente di Green Building Council Italia in un intervista rilasciata a Ingenio, per commentare il piano d’investimento da 370 miliardi di dollari su clima ed energia che il Senato americano ha appena approvato. “Negli Stati Uniti da anni si è consolidato il motto “quello che è buono per il pianeta è buono per il tuo portafoglio” e le opportunità legate alla “green finance” non sono prerogativa di fazioni politiche o di ambientalisti talebani, ma semplicemente legate ad una visione pragmatica del mondo degli affari. Anche la Trump Tower è certificata LEED – spiega Mari -. Detto ciò, non abbiamo più tempo e il rischio è che si adottino strategie parziali e generiche, mi spiego meglio. Per quanto attiene le “strategie parziali”, serve considerare non solo il vettore energetico ma anche l’insieme di aspetti ambientali che ne sono strettamente collegati e parimenti agiscono negativamente sull’impatto generato, come ad esempio i materiali a basso impatto, i rifiuti e l’economia circolare, senza dimenticare l’acqua. Non possiamo permetterci di fare una sola azione alla volta, altrimenti corriamo il rischio di non raggiungere nei tempi necessari gli obiettivi climatici che garantiranno un futuro accettabile alla nostra e alle future generazioni. Invece, per quanto attiene le “strategie generiche”, serve ricordarsi che differenti filiere hanno differenti necessità e potenzialità. In tal senso, la filiera edilizia-immobiliare, non solo è quella che produce più lavoro sui territori, ma ha anche il maggior impatto su consumi energetici e su impatto ambientale. Servono dunque strategie dedicate e sopratutto un approccio energetico-ambientale integrato, perché un edificio non è una somma di pezzi, è un sistema complesso”. Dunque, “oltre rallegrarci delle recenti scelte energetiche e climatiche della amministrazione Biden, bene sarebbe evidenziare anche che gli USA sono il primo paese al mondo per edilizia sostenibile certificata con i protocolli energetico-ambientali della famiglia LEED e, magari, ricordarsi che l’Italia è il secondo in Europa con 1220 edifici certificati o formalmente registrati per oltre 18 milioni di metri quadrati di superficie. In Europa, siamo secondi solo alla Spagna, ma cresciamo di più e a breve diventeremo il primo, grazie all’ impulso proveniente da città come Milano, seconda in Europa, e Roma che è in forte accelerazione, o anche grazie a progetti di rigenerazione sostenibile come quello del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, che anche grazie ad uno specifico accordo recentemente siglato, prevede la certificazione energetico-ambientale della sostenibilità di edifici ed infrastrutture di oltre 600 stazioni in Italia. Anche questo dovrebbe fare notizia e, magari, essere incardinato in tutte le agende politiche”.