Oristano, drone del Cnr Ispc con tecnologia Lidar scopre Nuraghe

Nei boschi del sito archeologico di Bruncu 'e s'Omu a Villa Verde

AGO 8, 2022 -

Sardegna Milano, 8 ago. (askanews) – Gli archeologi dell’Università di Cagliari hanno scoperto un Nuraghe nel sito nuragico di Bruncu ‘e s’Omu nel territorio di Villa Verde in provincia di Oristano, in Sardegna. Lo ha annunciato il Cnr, spiegando che la scoperta è stata possibile grazie ai rilievi effettuati con la tecnologia “Laser imaging detection and ranging”(Lidar) da un drone del Cnr Ispc. Il Consiglio nazionale delle ricerche ha spiegato che questa tecnologia ha “la capacità di penetrare all’interno della vegetazione, filtrandola opportunamente con raffinati algoritmi di elaborazione, consentendo di riportare alla luce strutture archeologiche e variazioni topografiche di interesse culturale non note o conosciute parzialmente a causa della grande difficoltà di rilevarle da terra”. In questo sito nuragico in provincia di Oristano, il professore di preistoria e protostoria all’Università di Cagliari, Riccardo Cicilloni, conduce ricerche e scavi dal 2013: si tratta di un’area prevalentemente vulcanica, nella quale le ricerche archeologiche hanno evidenziato che fosse intensamente popolata, durante l’età del bronzo e del ferro (XVIII-VIII secolo a.C.), da numerosi siti nuragici. A Bruncu ‘e s’Omu, caratterizzato da un monumentale Nuraghe e un insediamento capannicolo del periodo del Bronzo Finale (1150-900 a.C.), “i rilievi Lidar, integrati con prospezioni multispettrali e nell’infrarosso termico da drone, hanno individuato le rovine di un Nuraghe e le strutture di due insediamenti capannicoli”. La “Lidar” utilizzata su piattaforma aerea “sta aprendo nuove importanti prospettive di ricerca negli studi sul passato umano in tutto il mondo, e quella da drone, rispetto a quello da aereo, offre ulteriori opportunità legate ad una maggiore risoluzione spaziale dei risultati e alla possibilità di effettuare più rilievi sia per migliorare la qualità delle informazioni sia per effettuare eventuali monitoraggi”. L’impiego da drone è attualmente utilizzato dal laboratorio di ricerca AirLab, diretto dal dirigente di ricerca del CNR ISPC di Potenza, Nicola Masini. “La straordinaria ed inaspettata scoperta – ha dichiarato Masini – evidenzia da un lato le grandi potenzialità del LiDAR su drone che per la prima volta è stato applicato in contesti nuragici, dall’altro allarga l’area di indagine, ponendo nuove domande sulla funzione e l’importanza del sito di Bruncu ‘e s’Omu”. “La scoperta delle strutture inedite presso il sito di Bruncu ‘e s’Omu – ha commentato la direttrice del CNR ISPC e coordinatrice del nodo italiano E-RIHS.it, Costanza Miliani – è stata resa possibile grazie all’impiego del Molab, i laboratori mobili dell’infrastruttura di ricerca per le scienze del patrimonio che, guidata dal Cnr con un modello di accesso aperto alla comunità scientifica nazionale ed interazionale, promuove ricerche interdisciplinari in cui le metodologie di indagine più innovative sono impiegate per ricerche di base ed applicate per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale”.