Lunedì 1 agosto 2022 - 14:30
Cani, nel varesotto un allevamento d’eccellenza per la cura dell’American Staffordshire Terrier
Una razza che va sollevata da pregiudizi e cattiva selezione genetica

Una volta che la cucciolata nasce inizia, diciamo così, lo svezzamento: “La legge -spiega la Dutto- prevede che l’allevatore tenga con sé i cani, appena partoriti, per 60 giorni. Io ho deciso di allungare di altri 30 giorni la permanenza perché il contatto con la madre e con i propri fratellini e le proprie sorelline è determinante per il prosieguo della vita. In questo lasso di tempo, i cuccioli imparano ad affrontare i problemi e gli ostacoli che poi inevitabilmente troveranno nella vita esterna: saranno abituati al guinzaglio, alla folla, ai rumori e, più in generale, sapranno socializzare. Un aspetto questo che vale per tutte le razze ma, in particolare, con l’American Staffordshire Terrier che ha la nomea di essere abbastanza scontroso e scarsamente addomesticabile. Solo una nomea perché da noi escono cani assolutamente gestibili. Noi del resto non lavoriamo sulla cucciolata, ma sui singoli cuccioli e questo naturalmente fa differenza”.
Passati i 90 giorni, ecco il momento più difficile per un’allevatrice come Chiara: “Inizia a quel punto -continua la Dutto- la selezione dei nuovi genitori. Uso la parola selezione non a caso. Non dò i miei cani a tutti ma solo a chi ha le caratteristiche per poterli trattare in maniera più che dignitosa. Diciamo che, dalla mia esperienza, su 10 pretendenti 5 li scarto. E finora mi è andata bene, solo una volta mi sono ritrovata uno dei miei cuccioli in canile. Non era colpa di nessuno, il proprietario era morto e io, appresa la notizia, me lo sono subito andato a riprendere per offrirgli poi una nuova famiglia. Sì perché io i miei bambini li curo fino all’ultimo giorno della loro vita, rimanendo in contatto con chi li ha acquistati. Il risultato è che oggi, dopo tanti anni di attività, ho oltre 200 figli sparsi in tutto il mondo e mio marito, diciamo così, se n’è fatto una ragione, condividendo con me questa grande passione”.
Una volta usciti dall’allevamento, i nuovi genitori sono sottoposti a due corsi, uno di gestione e l’altro di pronto soccorso veterinario, per sapere come comportarsi negli anni a venire: “Ma -dice ancora Chiara Dutto- lascio a tutti anche il mio cellulare, come se fossi il pediatra dei miei cuccioli. Può accadere ovviamente di tutto e non esiste un protocollo ma, in generale, si può dire che esistono tre cose da fare assolutamente e tre da non fare: “La prima regola d’oro -spiega la Dutto- è controllare quotidianamente la cute, zampe, orecchie e le varie pieghe. Poi è necessario valutare i comportamenti, facendo attenzione ad attacchi di tosse o eventualmente di vomito. Infine, occhio ai forasacchi che, se possibile, vanno rimossi subito e manualmente. Nel caso di inalazioni di corpi estranei, come davanti a eventi emorragici, non ricorrere mai al fai da te ma chiedere l’intervento di uno specialista. Necessario inoltre proteggere il cane da colpi di sole. Come, altra regola importante, dalla puntura di insetti. Piccole accortezze che allungano la vita”.
