Quanto costano i rincari a tavola

Dati Coldiretti

LUG 28, 2022 -

Inflazione Milano, 28 lug. (askanews) – L’aumento dei prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare, a causa dell’effetto dell’inflazione che colpisce soprattutto le categorie più deboli. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat sui consumi degli italiani e dell’andamento dell’inflazione nei primi sei mesi dell’anno, diffusa in occasione dell’assemblea nazionale a Palazzo Rospigliosi a Roma. A guidare la classifica dei rincari c’è la verdura che quest’anno costerà complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più e precede sul podio pane, pasta e riso, con un aggravio di 1,65 miliardi, e carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021. Al quarto posto la frutta con 0,92 miliardi, precede latte, formaggi e uova (0,78 miliardi), pesce (0,77 miliardi) e olio, burro e grassi (0,59 miliardi) che è però la categoria che nei primi sei mesi del 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi. Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e “sale, condimenti e alimenti per bambini”. Una situazione che aumenta l’inflazione e con essa l’area dell’indigenza alimentare la cui punta dell’iceberg in Italia sono 2,6 milioni di persone costrette a chiedere aiuto per mangiare. A spingere i rincari e l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero è il fatto che nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%), secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno. La situazione è pesante soprattutto sul fronte dei cereali a causa dei contraccolpi del conflitto in Ucraina con le importazioni di mais che sono aumentate in valore del 66%, spinte dai rincari e dalle speculazioni, e quelle di grano tenero per il pane sono cresciute della stessa percentuale mentre per l’olio di girasole si arriva al +83%. Ma crescono anche le importazioni di olio di palma (+35%). Secondo Coldiretti il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e dello 0,9% dell’Italia (elaborazione Coldiretti su dati Efsa). Mlo/Int2