Covid e scuola, Gimbe: prioritario migliorare la qualità dell’aria

Caltabellotta: "Ripartenza in sicurezza? Intervenire su ventilazione"

LUG 26, 2022 -

Scuola Milano, 26 lug. (askanews) – Per una ripartenza in sicurezza del nuovo anno scolastico senza l’obbligo di mascherine in classe occorre risolvere alcune criticità, a partire una serie di interventi sull’areazione e la ventilazione delle aule e di altri locali. E’ quanto emerge dalla survey dedicata alla sicurezza nelle scuole condotta dalla Fondazione GIMBE in collaborazione con ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) coinvolgendo 312 istituzioni scolastiche nel periodo compreso tra il 5 maggio e 1 giugno 2022. “Considerata l’indisponibilità di dati sistematici sul reale livello di implementazione delle principali misure di contenimento della pandemia COVID-19 nelle scuole italiane, abbiamo lanciato una survey per disporre di dati oggettivi”, spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE. “Abbiamo ritenuto fondamentale – precisa Antonello Giannelli, Presidente ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola) – collaborare con la Fondazione GIMBE per elaborare e promuovere la survey che è stata inviata ad oltre 6mila dirigenti scolastici di ogni ordine e grado, anche per poter formulare proposte concrete e realistiche in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico”. In cima alla scaletta delle priorità individuate dalla ricerca, il miglioramento della qualità dell’aria nelle scuole. Perchè per migliorare ventilazione e aerazione dei locali ci si è affidati prevalentemente al protocollo “finestre aperte”, in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle ASL, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l’areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche (tabella 21). “L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione dei locali – commenta Giannelli – è il vero tallone d’Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine”. In tal senso, continua Cartabellotta, “la limitata consapevolezza delle evidenze scientifiche porta a stanziare troppo denaro pubblico in attività di disinfezione delle superfici, senza destinare adeguati investimenti al miglioramento della qualità dell’aria, per il quale ci si continua ad affidare prevalentemente al protocollo ‘finestre aperte'”. L’indagine ha rivelato anche difficoltà nelle attività di tracciamento, con i provvedimenti di quarantena che sono stati emanati nel rispetto delle tempistiche previste dalla normativa in circa due terzi dei casi (63,3%). Il mancato rispetto delle tempistiche era imputabile solo nel 4,5% per un ritardo da parte della scuola nella segnalazione all’ASL, mentre nel 32,2% dei casi il ritardo riguardava l’attivazione delle procedure di competenza dell’ASL. “Questo dato – rileva Cartabellotta -conferma quanto la carenza di personale sanitario nei servizi epidemiologici delle ASL continua a rappresentare un problema irrisolto”. Nessun problema evidente, invece, sul fronte dell’approvvigionamento delle mascherine. Anzi: nell’83% dei casi la Struttura Commissariale ha garantito tempestivamente la fornitura rispetto all’entrata in vigore delle relative normative, ma il 76,2% degli intervistati ne ha ricevute in quantità superiori al necessario. Nell’88,4% dei casi le scuole ritengono di aver acquistato un quantitativo adeguato di mascherine FFP2 per le classi in regime di auto-sorveglianza, con le FFP2 che sono state indossate da tutti gli alunni e per tutta la durata prevista nella quasi totalità dei casi (97,4%) . Quanto al distanziamento, in due terzi delle scuole (66,6%) in classe è stato possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro fra gli alunni, mentre a causa di limiti strutturali aula-dipendenti nel 6,4% non è stato possibile e nel 27% possibile, ma non in tutte le classi. Sul fronte dei vaccini, il 46,8% ha realizzato attività di informazione sulla campagna vaccinale anti-COVID-19 rivolte ad alunni e genitori, il 21,5% ha coinvolto esclusivamente gli alunni. Solo meno di un terzo delle scuole (31,7%) non ha effettuato alcuna promozione ulteriore della campagna vaccinale degli alunni rispetto a quella del Ministero dell’istruzione. Le ASL hanno effettuato vaccinazioni nei locali scolastici solo nell’11,9% dei casi e il 45,1% dei dirigenti delle scuole dove non è stata effettuata non ritiene applicabile questa iniziativa per aumentare le coperture vaccinali, verosimilmente, commenta Giannelli, “perché la normativa vigente non facilita tali esperienze”. “I risultati della survey – concludono Cartabellotta e Giannelli – restituiscono un quadro oggettivo delle misure implementate per aumentare la sicurezza COVID-19 nelle scuole, lasciando emergere varie criticità che, auspicabilmente, dovrebbero essere risolte prima dell’inizio dell’anno scolastico 2022-2023. Peraltro, a differenza dello scorso anno scolastico, alcuni interventi di prevenzione risultano ‘spuntati’. Innanzitutto, l’efficacia del vaccino nei confronti dell’infezione si è rivelata inferiore nella fascia 5-11 anni rispetto alle fasce di età superiori e la copertura attuale (con due dosi) si è fermata intorno al 35% con rilevanti differenze regionali, mentre la terza dose non è ancora stata autorizzata da EMA. In secondo luogo, con una variante così contagiosa come Omicron 5 le attività di tracciamento risultano di limitata utilità. Infine, meno dell’1% delle infezioni consegue a contatto con superfici infette. Di conseguenza, per limitare la circolazione virale nelle scuole è prioritario migliorare la qualità dell’aria per evitare di affidarsi ancora una volta alla mera accoppiata protocollo ‘finestre aperte’ e mascherine FFP2. Un aspetto ribadito dall’OMS Europa che ha recentemente definito i 5 ‘stabilizzatori della pandemia’ per la prossima stagione autunno-inverno, di cui uno è proprio ‘ventilare gli spazi pubblici e affollati (come scuole, uffici e trasporti pubblici)'”.