Lunedì 25 luglio 2022 - 12:13
Torino, via al Climate social camp dei Fridays for future
Cinque giorni di campeggio in parallelo al meeting europeo

Cinque giorni di dibattiti, workshop, conferenze, a cui partecipano, oltre Greta Thunberg, 500 attivisti da 55 paesi, per confrontarsi su rivendicazioni e pratiche del movimento e trovare nuove idee per combattere la crisi climatica. Attesi i delegati dei movimenti green provenienti da tutta Europa, anche dall’Uganda, dal Messico e dagli altri Mapa (i paesi più afflitti dal climate change) e ancora dal Sud America, Africa, Asia e Australia. La volontà degli organizzatori è quella di “ascoltare le voci di chi è più colpito dalla crisi climatica, in quelle zone del mondo dove le persone rischiano la vita per difendere il loro territorio”, come hanno riferito, presentando l’evento, Luca Sardo e Laura Vallaro, i portavoce del Fff torinese.
Il Climate social camp della Colletta ospita una quindicina di realtà pro-clima in un’area da 8.600 metri quadri che può accogliere fino a un migliaio di persone. Oltre gli incontri, le proiezioni e i dibattiti, venerdì si snoderà per le vie della città un corteo al quale parteciperà anche Greta Thunbeg, che dal parco della Coletta raggiugerà le piazze principali del centro.
Per questioni burocratiche e ritardi nella richiesta dei permessi, i concerti, che avrebbero dovuto tenersi nel parco della Colletta, sono saltati, soprattutto per la difficoltà di garantire la sicurezza necessaria. Alcuni artisti, come gli Eugenio in via di gioia, i Subsonica, la Rappresentante di lista, sono comunque attesi nei talk e in momenti di confronto. In programma dibattiti anche con il direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr Antonello Provenzale, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, il rettore del Politecnico Guido Saracco e il rettore dell’Università degli studi di Torino Stefano Geuna.
Al centro del dibattito con il pubblico i temi su come riuscire ad arrestare la crisi climatica, come fermare le multinazionali dei combustibili fossili, la giustizia ambientale, gli effetti del riscaldamento globale, il grande oleodotto in Africa e le migrazioni climatiche. Sarà occasione anche per parlare del prossimo Sciopero globale per il clima che si terrà il 23 settembre in Egitto in occasione della Cop27.
