Siccità, allarme di Anbi: l’emergenza si estende al Sud

Situazione drammatica in Lazio. Vincenzi: "Problema non solo agricolo"

LUG 8, 2022 -

Siccità Milano, 8 lug. (askanews) – Nonostante alcuni eventi meteo, talvolta anche violenti, l’emergenza idrica si espande verso il Sud Italia. In Campania, la siccità aggredisce il bacino idrografico dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno, mentre permane una situazione di rischio in quello del Sele: a segnalarlo è l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, registrando che, rispetto a 7 giorni fa, si segnalano in deciso calo i volumi dei bacini del Cilento (Piano della Rocca: -18.74% sull’anno scorso) e del lago di Conza, mentre i fiumi hanno portate diversificate con il Garigliano ai minimi in anni recenti. “E’ la sesta, grave siccità in 20 anni. Non possiamo continuare a farci travolgere dalle emergenze. È necessario avviare urgentemente un’azione di contrasto alle conseguenze dei cambiamenti climatici, aumentando la resilienza delle comunità. Etichettare la carenza idrica come problema agricolo sarebbe un errore gravissimo, perché ad essere pregiudicato è l’equilibrio dell’intero territorio”, denuncia iFrancesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). “Il Piano Laghetti è una sostenibile risposta di futuro – chiosa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – L’obiettivo è 10 mila bacini medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, da realizzarsi entro il 2030 ed i primi 223 progetti sono già pronti, perlopiù immediatamente cantierabili”. Ambientalmente drammatica è la situazione nel Lazio, dove tutti i corsi d’acqua hanno portate in ulteriore calo (Tevere, Liri, Sacco ai minimi dal siccitosissimo 2017 ed Aniene praticamente dimezzato) ed il lago di Nemi permane circa un metro più basso dell’anno scorso, mentre quello di Bracciano è 31 centimetri in meno sul 2021, arrivando a toccare la soglia limite per la captazione dell’acqua dal lago. A Giugno, nella confinante Umbria, sono caduti mediamente solo poco più di 6 millimetri di pioggia (12 mesi fa: mm.30,1) e nel medio-basso Tevere, dall’inizio dell’anno, i pluviometri non superano i 140 millimetri: una situazione di grave sofferenza, di cui sono specchio la diga di Maroggia ed il lago Trasimeno largamente ai livelli minimi in anni recenti. In Puglia gli invasi hanno distribuito, in una settimana, circa 18 milioni di metri cubi d’acqua, leggermente più di quanto registrato in Basilicata (Mmc. 17 ca.), dove il deficit rispetto al 2021 supera ormai i 40 milioni di metri cubi. Nel Centro Italia, permane molto grave la situazione dei corsi d’acqua toscani (tutti sotto media), dove il Serchio registra valori inferiori al Minimo Deflusso Vitale e l’Ombrone è praticamente prosciugato. I fiumi marchigiani, fatta eccezione per il Tronto, segnano valori inferiori al già critico 2021 ed il Sentino continua a registrare storici primati negativi, scendendo di ulteriori 2 centimetri al di sotto del precedente record. Assolvendo alla loro funzione di riserva idrica per le campagne, in una settimana i bacini delle Marche sono calati di quasi 2 milioni di metri cubi d’acqua, avvicinandosi ai livelli dell’anno scorso. In Sardegna, i livelli degli invasi sono complessivamente in linea con l’anno scorso, c’è preoccupazione per il sistema idrico di Alto Cixerri, Alto Coghinas, Sardegna Nord occidentale e Posada; la zona Nord Ovest dell’isola è quella, dove si registra il maggior deficit pluviometrico.