Aosta, a ottobre pronto studio fattibilità per progetto Cime Bianche

Nuova funivia collegherebbe comprensori del Cervino e del Monte Rosa

LUG 5, 2022 -

Montagna Milano, 5 lug. (askanews) – All’estate climaticamente torrida che sta mettendo a dura prova il Plateau Rosa, così come tutti gli altri ghiacciai alpini come dimostra la tragedia della Marmolada, in Valtournenche e Val d’Ayas (Aosta) potrebbe seguire un “autunno caldo” per la polemica che contrappone favorevoli e contrari al progetto “Cime bianche”. In ottobre è infatti atteso lo studio di fattibilità tecnica e sostenibilità economica e ambientale sul collegamento funiviario fra il comprensorio del Cervino (che in tedesco prende il nome di Matterhorn) e quello del Monte Rosa, ovvero tra il Colle delle Cime Bianche e Frachey. Progetto che metterebbe in collegamento cinque valli (Valtournenche, Val d’Ayas, valle di Gressoney, di Alagna e di Zermatt) in tre regioni (Valle d’Aosta, Piemonte e Vallese) e due nazioni (Italia e Svizzera). Il progetto risale almeno agli anni Settanta e nel 2020 la società Monterosa Spa ha ricevuto l’incarico dalla Regione Valle d’Aosta (che la controlla) per l’emissione di un bando per realizzare uno studio di fattibilità, andato l’anno scorso ad un raggrupamento guidato da Montecno di Bolzano. E’ questo studio di consulenza nel settore degli impianti a fune che sta completando l’analisi sull’impatto complessivo del progetto, per cui è prevedibile un investimento che (a seconda delle scelte tecniche) potrebbe andare dai 65 a circa 100 milioni di euro. Il tassello mancante per realizzare questo paradiso sciistico da 580 chilometri, che collegherebbe i comprensori di Zermatt, Cervinia-Valtournenche, Champoluc, Gressoney e Alagna, permettendo di ammirare un panorama su 38 delle 82 vette alpine sopra i 4.000 metri, è il vallone incontaminato di Courtod nel territorio del Comune di Ayas. Qui dovrebbe essere costruita una funivia (o una cabinovia) lunga circa otto chilometri, che dai 1.689 metri di Saint-Jacques di Ayas, porterebbe ai 2.982 del Colle Superiore delle Cime Bianche, “appoggiandosi” ad una stazione intermedia da costruirsi a metà valle. E proprio sul futuro del Vallone su cui campeggiano le cime del Gran Sometta, Bec Carré e Pointe Sud, si è da subito acceso lo scontro. Per i sostenitori, la costruzione della funivia è un’evoluzione necessaria per sostenere il futuro della montagna e delle sue comunità, attraendo un flusso di persone costante che contribuirebbe a destagionalizzare il turismo in tutte le valli. Per i detrattori, riunitisi nel Comitato “Ripartire dalle Cime Bianche” (che ha ricevuto l’appoggio del Cai, del Fai, del Wwf e delle associazioni ambientaliste), il vallone deve invece rimanere esattamente come è, “ultimo baluardo di biodiversità integro, in una regione già pesantemente infrastrutturata”, facendo inoltre presente che il progetto è irrealizzabile perché “in aperto contrasto con i diversi vincoli ambientali comunali, regionali e ministeriali”. (segue)