Roma, ex assessore: con stop a smart working Gualtieri arretra

"Va perfezionato ma rinunciarci è arretrato"

GIU 22, 2022 -

Campidoglio Roma, 22 giu. (askanews) – La scelta del Campidoglio, a seguito di un tavolo tecnico con le maggiori sigle sindacali, di decretare la fine dello smart working per i dipendenti capitolini a partire dal 1 luglio, suscita le critiche del consigliere capitolino della Lista Raggi e ex assessore al Personale della vecchia Giunta Antonio De Santis, perché “da ente innovatore e capofila delle PA italiane in tema di lavoro agile sotto l’amministrazione Raggi, Roma Capitale diventa con Gualtieri il primo ente pubblico d’Italia a interrompere totalmente l’esperienza dello smart working e, dunque, a compiere significativi passi indietro sotto il profilo dell’organizzazione”. Viene da chiedersi, da parte dell’esponente della lista Raggi “quale sia il reale motivo alla base di questo strano e improvviso dietrofront di Gualtieri sul tema del lavoro agile rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale, durante la quale aveva promesso di mantenere una quota di smart working pari al 30% in caso di elezione a sindaco”. “Ancor più surreale – secondo l’ex assessore – il fatto che lo stesso Gualtieri abbia avallato, in Città Metropolitana, il prosieguo del lavoro agile, contrariamente a quanto sta disponendo per Roma Capitale. Due decisioni opposte che denotano un’indubbia assenza di visione sul tema”. Gualtieri, secondo De Santis “rischia di vanificare l’importante lavoro e gli investimenti effettuati dalla Giunta Raggi per proiettare l’amministrazione capitolina in un futuro fatto di modernità e innovazione. È fuori di dubbio che l’introduzione dello smart working nella pubblica amministrazione necessiti di adeguamenti e debba essere perfezionato anche in relazione al ciclo della performance, ma rinunciarvi del tutto significa disallinearsi a processi di innovazione già radicati nei paesi più sviluppati”, conclude.