Ruby ter, il Pm: Karima come la moglie di Mario Chiesa

Il magistrato: "Quando scopre il tradimento va a vuotare il sacco"

MAG 25, 2022 -

Berlusconi Milano, 25 mag. (askanews) – Karima El Marough, la giovane marocchina più conosciuta con il soprannome di Ruby, come la moglie di Mario Chiesa, l’ex presidente del Pio Albergo Trivulzio di Milano che fu arresto il 17 marzo 1992 dando il via alla stagione delle inchieste di Tangentopoli. Il paragone è del pm di Milano, Luca Gaglio: nel corso della sua requisitoria nell’aula del processo Ruby ter, che vede Silvio Berlscuonie altre 28 persone imputate a vario titolo per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, il magistrato ha accostato la figura di Ruby a quella della moglie di Chiesa che, dopo aver scoperto il tradimento del marito, si presenta in procura e “va a vuotare il sacco” in procura raccontando ai magistrati milanesi dei soldi nascosti da Chiesa in un conto svizzero. Per il pm Gaglio, Ruby fece lo stesso: scoprì che il suo compagno di allora, Luca Risso, la tradiva in Messico e così “la sua rabbia diventa esplicita” e da quel momento in avanti “non fa che ripetere che le risorse da lui utilizzate” per avviare un’attività imprenditoriale in Messico “sono soldi suoi”. Silvio Berlusconi “decise di pagare per il silenzio e per le menzogne” di Ruby e delle altre ragazze ospitate nelle feste del “bunga bunga” di Arcore. Così sempre Luca Gaglio, in un passaggio della sua requisitoria al processo Ruby ter che vede l’ex premier imputato per corruzione in atti giudiziari insieme ad altre 28 persone, molte accusate anche di falsa testimonianza. Secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe corrotto gli ospiti delle serate di Arcore poi ascoltati come testimoni nel processo Ruby (concluso con la sua assoluzione definitiva in Cassazione) per spingerli a non rivelare in aula cosa accadeva nei dopocena nella saletta del “bunga bunga”. Testimonianza false, ha puntualizzato il magistrato, proprio perchè frutto di un “accordo” raggiunto tra l’ex premier e le ragazze dei festini di Villa San Martino. “Un accordo che nei suoi tratti generali emerge da plurime fonti investigative: varie telefonate tra alcune di queste ragazze, tra loro e Silvio Berlusconi, messaggi e chat tra le ragazze e ragioner Spinelli”, ha rimarcato il pm Gaglio. C’è poi un particolare che secondo il magistrato “emerge in modo chiaro” dagli atti di indagine: “A queste ragazze era stato assicurato che sarebbero state a posto con un pagamento di 2.500 euro mese e una casa” per “rendere testimonianze false, mentire in tribunale e non rilasciare interviste ai media” sul sex gate di Arcore. Il magistrato si è poi soffermato sulla figura di Ruby: una donna che dopo aver ricevuto i soldi da Berlusconi aveva accumulato “un patrimonio ingente” e che aveva manifestato “una vera e propria compulsione a spendere”. Uno “stile di vita improntato a spendere il più possibile”, ha rimarcato il pm Gaglio, proprio perché “foraggiato” dall’ex premier che, stando agli atti di indagine, avrebbe promesso a Ruby oltre 7 milioni di euro in cambio del suo silenzio sulle serate del “bunga bunga”. fcz/Int2