Il cardinale Zuppi dalle periferie con Sant’Egidio alla presidenza Cei

Il Papa lo ha nominato oggi

MAG 24, 2022 -

Cei Roma, 24 mag. (askanews) – Prima è entrato nella terna dei nomi da consegnare a papa Francesco e poi è stato nominato (quasi a tempo di record) dallo stesso pontefice argentino alla guida della Cei per i prossimi cinque anni. Il cardinale Matteo Zuppi da oggi così, dopo la fine del mandato del suo predecessore Gualtiero Bassetti, si siede nello scranno più alto dell’assemblea dei vescovi italiani. Considerato un “bergogliano” per la sua stessa vocazione pastorale, don Matteo, come ancora in molti lo chiamano, è stato per molti anni un volto noto e apprezzato della Comunità di Sant’Egidio alla quale ha aderito fin dagli anni “ruggenti” del liceo, il famoso classico “Virgilio” nella centrale via Giulia a Roma che ha sfornato più di un personaggio di rilievo della vita pubblica del paese e della capitale. Ed è con Sant’Egidio che il futuro cardinale di Bologna e ora presidente della Cei ha completato la sua preparazione prima sacerdotale e poi umana conoscendo da vicino le periferie complicate di una città come Roma e quindi la particolare realtà della diocesi e del clero del Papa. Nella città eterna, infatti, è stato parroco prima e vescovo ausiliare poi. Il 15 novembre 1988 è stato ordinato dall’allora vicario a Roma, Card. Ugo Poletti e dopo un inizio come vice parroco e poi parroco della “storica” Chiesa di Santa Maria in Trastevere, dal 1981 al 2010 è divenuto Assistente ecclesiastico generale della stessa Comunità romana. Dal centro di Roma ha scelto poi, nel 2012, di svolgere il suo apostolato nella immensa periferia romana, a Torre Angela, nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo, una delle più popolose della diocesi del Papa. Questo prima di essere nominato Vescovo Ausiliare di Roma il 31 gennaio 2012 e quindi, arcivescovo di Bologna nel 2019. Qui si è contraddistinto per la sua apertura al dialogo con le altre comunità religiose della città e per l’impegno sociale, non disdegnando anche di aprire un canale di dialogo con le realtà giovanili della città e con i centri sociali e studenteschi. Un impegno che ha trovato quasi una sintesi nella vicenda legata alla fabbrica di canceli automatici Faac, di fatto portata quasi al fallimento e alla delocalizzazione con i relativi esuberi di personale e maestranze. Con una mossa coraggiosa la diocesi da lui guidata ha acquisito l’azienda riportandola agli antichi fasti e rilanciandola, decidendo infine di suddividere gli utili con gli stessi operai. Insomma, un esempio concreto di quella Chiesa “nelle periferie” e “ospedale da campo”, anche dal punto di vista sociale, tanto cara a Papa Francesco. Prima è entrato nella terna dei nomi da consegnare a papa Francesco e poi è stato nominato (quasi a tempo di record) dallo stesso pontefice argentino alla guida della Cei per i prossimi cinque anni. Il cardinale Matteo Zuppi da oggi così, dopo la fine del mandato del suo predecessore Gualtiero Bassetti, si siede nello scranno più alto dell’assemblea dei vescovi italiani. Considerato un “bergogliano” per la sua stessa vocazione pastorale, don Matteo, come ancora in molti lo chiamano, è stato per molti anni un volto noto e apprezzato della Comunità di Sant’Egidio alla quale ha aderito fin dagli anni “ruggenti” del liceo, il famoso classico “Virgilio” nella centrale via Giulia a Roma che ha sfornato più di un personaggio di rilievo della vita pubblica del paese e della capitale. Ed è con Sant’Egidio che il futuro cardinale di Bologna e ora presidente della Cei ha completato la sua preparazione prima sacerdotale e poi umana conoscendo da vicino le periferie complicate di una città come Roma e quindi la particolare realtà della diocesi e del clero del Papa. Nella città eterna, infatti, è stato parroco prima e vescovo ausiliare poi. Il 15 novembre 1988 è stato ordinato dall’allora vicario a Roma, Card. Ugo Poletti e dopo un inizio come vice parroco e poi parroco della “storica” Chiesa di Santa Maria in Trastevere, dal 1981 al 2010 è divenuto Assistente ecclesiastico generale della stessa Comunità romana. Dal centro di Roma ha scelto poi, nel 2012, di svolgere il suo apostolato nella immensa periferia romana, a Torre Angela, nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo, una delle più popolose della diocesi del Papa. Questo prima di essere nominato Vescovo Ausiliare di Roma il 31 gennaio 2012 e quindi, arcivescovo di Bologna nel 2019. Int2