Collusioni con la mafia: confiscati 150 mln al re dei supermercati

Lucchese gestiva 13 store tra Palermo e Provincia

MAG 19, 2022 -

Mafia Milano, 19 mag. (askanews) – Scatta la confisca sul patrimonio di Carmelo Lucchese, 56 anni, noto imprenditore operante nel settore della grande distribuzione alimentare che gestiva 13 supermercati tra Palermo e provincia. La sezione misure di prevenzione del Tribunale del capoluogo siciliano ha infatti accolto la richiesta della Dda e disposto un decreto di confisca delle quote societarie e dell’intero compendio aziendale della GAMAC GROUP, società a capo della catena di supermercati dell’imprenditore. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Lucchese sarebbe infatti “colluso” con la mafia: almeno dal 2004 avrebbe operato sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare della cosca di Bagheria, per scoraggiare la concorrenza anche con atti di danneggiamento, acquisire imprese concorrenti, risolvere le problematiche di gestione aziendale, a partire dai rapporti di lavoro con i dipendenti, dirimere controversie con i propri soci ed evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, grazie alla mediazione della locale famiglia mafiosa. Grazie a significativi interventi da parte di Cosa Nostra, l’imprenditore ha trasformato la sua azienda da piccola impresa familiare in un impero economico, in grado di fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020. L’indagine testimonia inoltre le nuove e sempre più sofisticate modalità con cui gli imprenditori in affari con la mafia tentano di “proteggere” il proprio patrimonio. Nel corso degli accertamenti è infatti emerso che l’impero imprenditoriale era stato devoluto a un trust. Grazie a questo strumento giuridico, le società e i beni immobiliari dell’imprenditore sono state formalmente trasferite a un professionista (il cosiddetto trustee), incaricato di gestirle come se ne fosse proprietario. Tuttavia, dall’pprofondimento della documentazione acquisita, dalle evidenze raccolte dai finanzieri nell’ambito di diversi procedimenti penali, è emerso che il trust in questione era un mero espediente fittizio per schermare la titolarità delle proprietà. Lucchese aveva insomma trasferito solo sulla carta tutti i poteri gestori sui beni al trustee, ma in realtà non ne aveva mai perso il controllo e la disponibilità dell’azienda. Solo negli ultimi 18 mesi sono stati confiscati beni per oltre 400 milioni di euro nei confronti di imprenditori “collusi” con Cosa Nostra.