Veneto, anche i droni e i satelliti per combattere la siccità

Convegno a Padova propone nuove soluzioni per far fronte ai cambiamenti climatici

MAG 17, 2022 -

Veneto Roma, 17 mag. (askanews) – Lunghi periodi di siccità alternati a violente precipitazioni concentrate in brevi periodi: gli scenari che i territori ogni anno devono fronteggiare a causa dei cambiamenti climatici chiedono soluzioni e risposte nuove. Il tema è stato al centro del convegno “Nuovi spazi per l’acqua. Ridisegnare il territorio in risposta ai cambiamenti climatici”, che si è svolto oggi presso l’auditorium dell’Orto Botanico di Padova promosso dall’Università degli Studi di Padova insieme ad ANBI Veneto e al Consorzio di Bonifica Bacchiglione. Esperti, tecnici, docenti universitari, e una tavola rotonda con rappresentanti di enti tra i quali la Regione del Veneto, le Organizzazioni Agricole e l’Autorità di Bacino Alpi Orientali oltre ai rappresentanti degli enti promotori: tutti insieme per dare il loro contributo e offrire una visione nuova e sinergica della tutela del territorio, della sua economia umana e della sostenibilità ambientale. Fiumi e canali, ad esempio, non vanno visti in una sola dimensione: “A obiettivi fondamentali come la riduzione del rischio idraulico e la fornitura di acqua per l’agricoltura si aggiungono nuovi criteri gestionali improntati alla tutela della biodiversità e alla fornitura di servizi ecosistemici, in una parola alla ‘multifunzionalità”, spiega Alberto Barausse, Dipartimento di Biologia-Università degli Studi di Padova, e in questa nuova ottica va pensata “una manutenzione ordinaria e gentile dei corpi idrici”, che metta così insieme tutela ambientale, esigenze dei territori, agricoltura e anche la creazione di posti di lavoro locali, per una gestione sostenibile a tutto tondo. Una visione multifunzionale e d’insieme che ispira anche la proposta del Consorzio di Bonifica Bacchiglione: la realizzazione di bacini d’invaso “multi-obiettivo” nel bacino dei Colli Euganei, pensati e realizzati con più finalità, dalla sicurezza idraulica del territorio, all’accumulo delle acque per l’irrigazione, dalla funzione turistico-ricreativa al valore ecologico-naturalistico, fino alla riserva idrica antincendio. Perché “proprio le nuove opere idrauliche devono essere un’occasione per ridisegnare e rigenerare il territorio”, sottolinea il Direttore del Consorzio di Bonifica Bacchiglione Francesco Veronese. Anche sul fronte della depurazione sono molte le cose da fare come evidenzia Giuseppe Castaldelli (Università di Ferrara): “La percentuale di scarichi fognari non collettati in area urbana – osserva – è molto sottostimata. La strategia più realistica ed economicamente sostenibile è quella di favorire un aumento della capacità di autodepurazione del corpo idrico ricevente, tramite fitodepurazione”. In una visione allargata e sistemica si scopre che l’uso dell’acqua da parte dell’uomo può non solo diventare sostenibile bensì salvare le foreste, come spiega nella sua relazione Maurizio Borin, (Università degli Studi di Padova): “L’irrigazione è una potente leva per incrementare la produzione delle colture: a livello mondiale le terre irrigue rappresentano poco meno del 20% delle superfici coltivate, ma forniscono quasi il 40% delle derrate alimentari. Espandere la pratica irrigua, quindi, può contribuire a soddisfare il fabbisogno di cibo della popolazione mondiale presente e futura senza ricorrere alla messa a coltura di nuove terre. Con uno slogan, semplicistico, ma efficace, si potrebbe affermare ‘più irrigazione, meno deforestazione'”. L’ottimizzazione delle risorse idriche è proprio al centro dell’innovativa sperimentazione del Consorzio L.E.B, che dimostra come droni e satelliti possono aiutare a risparmiare acqua e territori. Il Consorzio ha infatti istituito e finanziato un progetto di ricerca – che sarà illustrato durante il convegno di Padova – strategico ed innovativo per il sistema della bonifica, in collaborazione con le Università degli studi di Padova e di Verona, a cui partecipano quattro aziende pilota: un sistema di rilievi integrati, con campionamenti al suolo, campagne di misure con drone multispettrale e satelliti, per quantificare lo stato di stress idrico della coltura. Non solo nuovi strumenti ma anche nuovi saperi e un nuovo disegno del paesaggio: “La necessità di ripensare i processi di formazione e trasformazione del territorio in relazione ai cambiamenti climatici richiede di far interagire diversi saperi e tecniche”, sottolinea Alessandro Massarente (Università degli Studi di Ferrara), evidenziando che: “Di fronte a nuovi scenari servono nuove interpretazioni, e questo processo di interpretazione è possibile solo attraverso gli strumenti del progetto di architettura nel paesaggio, che ci aiutano a rivelare nuove possibili forme dell’acqua”. Tra i relatori del Convegno figurano anche il direttore generale di ANBI Massimo Gargano, il presidente della Commissione Agricoltura del Senato Gianpaolo Vallardi, il presidente del Consorzio di Bonifica Bacchiglione, Paolo Ferraresso, il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro ed Elisabetta Novello, docente di storia della bonifica dell’Università di Padova e curatrice del Festival della Bonifica. “Come storica economica – ricorda Novello – sono sempre incuriosita dai dati: in Italia sono stati costruiti nel tempo 230.000 km di canali consortili principali e derivati. Stiamo parlando di 5,7 volte la circonferenza terrestre. Un impegno immane. Ora all’uomo spetta il compito di pensare ad una ‘bonifica per la sostenibilità”. L’iniziativa “Nuovi spazi per l’acqua. Ridisegnare il territorio in risposta ai cambiamenti climatici”, si inserisce nel contesto di Terrevolute100 il programma di iniziative dei Consorzi di Bonifica del Veneto organizzate nell’ambito del Centenario del Congresso della Bonifica di San Donà di Piave del 1922 che pose le basi della bonifica moderna. Un’anteprima dei temi trattati a Terrevolute 100 – Festival della Bonifica in programma a San Donà di Piave dal 26 al 29 maggio.