Patuanelli: ragionamento sulla capacità produttiva sia europeo

"E non di ogni singolo Stato membro"

MAG 17, 2022 -

Agricoltura Napoli, 17 mag. (askanews) – “Il dialogo con l’Europa è già in corso già dal primo consiglio Agrifish post conflitto, tutti i paesi hanno posto al centro la necessità di implementare alcune produzioni, in particolare alcune commodities che negli anni l’Europa ha ridotto nella propria capacità produttiva. Il superamento del set-aside e la sospensione dei terreni a riposo è un primo elemento probabilmente non sufficiente, quindi il dibattito europeo va in quella direzione. Credo però che vada ragionato nella capacità produttiva a livello europeo e non di ogni singolo Stato membro, anche perché all’interno dell’Europa le regole del mercato comune consentono un facile trasferimento delle merci”. A dirlo è il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli parlando a margine del meeting Techagriculture in corso a Napoli. “Il tema quindi è capire come intervenire. – evidenzia Patuanelli – Io penso che il nostro Paese abbia nella distintività delle proprie produzioni il proprio punto di forza, non certamente nelle commodities. E’ vero che possiamo incrementare la produzione di grano tenero e di grano duro, in particolare di grano tenero e forse anche di mais, è altresì vero che oggi abbiamo dei problemi di approvvigionamento idrico e servono terreni irrigui per quel tipo di coltivazione. Quindi credo che il ragionamento a livello europeo sia quello più sensato da fare”. “In questo momento il tema del prezzo della materia prima è un tema centrale. Ci sono fenomeni speculativi in atto questo è il vero errore dell’Europa, non garantire una piena trasparenza dei mercati e non garantire la capacità di valutazione degli stoccaggi e capire quanto materiale c’è. Quando si parla di carenza di materia prima vi ricordo che stiamo vendendo il grano che abbiamo raccolto l’anno scorso non quest’anno. E’ evidente che non c’è un problema di quantità ma è legato quasi esclusivamente a fenomeni speculativi. In questo l’Europa deve fare certamente di più”, conclude.