Campidoglio: dal 17 maggio settimana contro omolesbobitransfobia

L'assessora Lucarelli: Roma diventi modello di riferimento

MAG 17, 2022 -

Campidoglio Roma, 17 mag. (askanews) – Una settimana di eventi, iniziative e progetti. Dalla cultura alla sensibilizzazione, passando per la politica e l’informazione sui territori. La Giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia a Roma non si ferma al 17 maggio, ma sarà declinata fino al 25 per dare un segnale tangibile dell’impegno dell’Amministrazione al fianco della Comunità LGBT+. Dai Municipi all’Amministrazione centrale più di trenta eventi animeranno le giornate fino a martedì prossimo per concludersi, proprio il 25 maggio, nella sala della Protomoteca con il convegno “Roma ascolta Roma LGBT+” che vedrà protagoniste le Associazioni impegnate su tutta la città. La giornata di oggi sarà anche l’occasione per un focus sul mondo LGBTQ+. Dai dati analizzati da Gay Help Line l’Italia è salita nel 2022 di sole due posizioni (da 35° a 33° su 49) nella Rainbow Map di Ilga Europe, rimanendo fra gli ultimi Paesi Europei per le politiche a tutela dei diritti e dell’uguaglianza delle persone LGBT+. Il report annuale conferma il dato drammatico e il trend di segnalazioni in aumento, elaborato sui circa 20.000 contatti ricevuti nel 2021. Secondo la Gay help line italiana anche quest’anno più del 50% delle segnalazioni proviene da under35 e passano dal 35% del 2021 al 42% le segnalazioni di maltrattamenti e violenze in famiglia, soprattutto nella fascia 13-29 anni (circa il 60% subite da parte di familiari). Il 20% degli utenti fra 18 e 26 anni ha richiesto accoglienza presso Refuge Lgbt, la prima casa famiglia in Italia per giovani lgbt+ discriminati in famiglia. Anche qui si evidenzia un rilevante incremento. Dall’inizio del servizio sono stati accolti oltre 60 ragazzi e ragazze maggiorenni vittime di violenza familiare e segnalato molti minori ai servizi sociali. Il 35% segnala difficoltà di accesso/minori opportunità nel mondo del lavoro dopo il coming out. Il 18% denuncia atti d’odio nei confronti di adulti nel contesto lavorativo o formativo. Il 15% riguarda mobbing, stalking e revenge porn sul posto di lavoro, che raddoppiano per le donne trans. Il 19% denuncia aggressioni e minacce e il 15% denuncia bullismo e atti discriminatori. La quasi totalità sceglie di accedere ai servizi di Gay Help Line ma non denuncia formalmente alle autorità, perché dichiara di avere paura e non sentirsi abbastanza protetto. Rispetto al periodo pandemico, sono aumentate del 150% le richieste di supporto da parte di richiedenti asilo per orientamento sessuale e identità di genere, tornando ai numeri precedenti alla pandemia. “Nel contesto odierno, la strada per la parità delle persone LGBTQ+ va percorsa con determinazione il riconoscimento dei diritti per tutti deve essere una responsabilità di questa amministrazione – ha spiegato l’assessora capitolina alle Attività produttive e alle Pari opportunità Monica Lucarelli presentando la settimana in Campidoglio -. Leggendo l’ultimo rapporto commissionato dall’Ue nel 2019 si nota che in Italia il 62% delle persone LGBTQ+ dice di non dichiarare apertamente mai o quasi mai il proprio orientamento sessuale; il 38% dichiara di evitare di tenere per mano il o la partner dello stesso genere in pubblico, per paura di molestie o aggressioni; e ben il 92% considera che il proprio Paese non si impegni ‘in una lotta efficace’ ed effettiva contro l’intolleranza e il pregiudizio nei confronti delle persone LGBTQ+”. A Roma – spiega Lucarelli – vogliamo diventare un modello di riferimento nazionale. E non si tratta solo di una risposta politica ma di azioni concrete per dire basta alle discriminazioni. Lo facciamo con l’Ufficio LGBTQ+ e con un impegno concreto e costante su tutto il territorio. La nostra città in molti ambiti, e lo dico con rammarico, è stata sempre vista come fanalino di coda del sistema Italia. E’ arrivato il momento di trasformarci in faro per guidare e dettare la linea su temi come la parità di genere. Nel mondo ci sono ancora 68 Stati che nel loro ordinamento perseguono le libertà civili e sociali delle persone LGBTQ+, una decina prevedono addirittura la pena di morte. Non siamo fortunatamente a questi livelli, ma una cosa è certa: dobbiamo iniziare a correre per recuperare il gap con tanti paesi che sono più evoluti di noi. Questa giornata rappresenta un punto di partenza per iniziare un percorso condiviso con le Associazioni e la Comunità LGBTQ+”, conclude.