Censis, meno della metà delle famiglie ricorre a strumenti assistenza

Assistenza domiciliare solo per il 3,9%

MAG 12, 2022 -

Welfare Roma, 12 mag. (askanews) – Ricorre agli strumenti di assistenza pubblica dedicati al sostegno delle famiglie e delle persone in condizioni di non autosufficienza poco meno della metà delle famiglie in cui sono presenti anziani bisognosi o persone non autosufficienti. Tra gli strumenti più utilizzati c’è l’indennità di accompagnamento (42,1%), mentre le altre tipologie restano tutte sotto la soglia del 10%. È quanto emerge dal report «Le famiglie fanno da sole: la carenza di intermediazione nei servizi domestici e nell’assistenza», il terzo elaborato nell’ambito del progetto «Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia» realizzato dal Censis per Assindatcolf (l’Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico). L’assistenza domiciliare integrata – un complesso di attività sanitarie e socio-assistenziali offerte a domicilio sulla base di un programma personalizzato, che si pone in alternativa al ricovero in ospedale e permette alle persone non autosufficienti di restare in famiglia – è stata indicata dall’8,2%. Solo il 3,9% accede all’assistenza domiciliare programmata, un servizio che il medico di medicina generale effettua presso il domicilio di un paziente. Tuttavia, per chi vi accede l’adeguatezza di questi strumenti di sostegno alla non autosufficienza risulta positiva soprattutto per quanto riguarda l’assistenza integrata e programmata: rispettivamente, il 76,7% e il 72,7%. È inferiore nel caso dell’indennità di accompagnamento: solo il 35,4% di chi vi ha accesso esprime una valutazione positiva. In realtà, rileva l’indagine, per far fronte alle loro esigenze, le famiglie vorrebbero un contributo economico che le metta nelle condizioni di impiegare un assistente familiare (36,3%) o, in alternativa, chiedono la possibilità di portare in deduzione fiscale il totale del costo sostenuto per il personale domestico impiegato (35,5%). Di contro, il 14% delle famiglie preferirebbe ricevere servizi personalizzati erogati da personale specializzato da parte della Asl, del Comune o di enti autorizzati e accreditati. L’11,5% vorrebbe un contributo economico pubblico senza vincoli di utilizzo e solo il 2,7% preferirebbe ricevere un contributo economico pubblico che vada a sostenere il reddito di un caregiver. (Segue).(Segue)