La Cassazione: il pestaggio è stata la prima causa della morte di Cucchi

Per i carabinieri condannati "conseguenze erano prevedibili"

MAG 9, 2022 -

Cucchi Roma, 9 mag. (askanews) – Le botte date a Stefano Cucchi la sera del 15 ottobre 2009 sono state “l’origine” ed anzi la “causa primigenia”, dell'”intera catena causale che ha portato al decesso” del giovane geometra arrestato per spaccio. I giudici della V sezione penale della Cassazione, nelle motivazioni della sentenza del 4 aprile scorso, spiega anche così la condanna definitiva a 12 anni di reclusione ai carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. I due militari sono stati ricosciuti responsabili di omicidio preterintenzionale. Il documento emesso dalla Suprema corte oggi è di oltre 50 pagine. “L’evento finale – spiegano gli Ermellini – è stato determinato anche dal concorso di una pluralità di fattori sopravvenuti, la cui sinergia, con quella che ha identificato come la causa primigenia” ha “favorito il processo degenerativo esitato nello scompenso cardiaco risultato fatale alla vittima”. I giudici di primo grado ed in appello – sottolinea ancora la Cassazione – “non hanno escluso, ed anzi hanno affermato, che nel caso concreto la struttura della spiegazione causale sia complessa e possa contemplare anche le negligenti omissioni dei sanitari ed il progressivo indebolimento dell’organismo di Cucchi determinato dalla prolungata carenza di alimentazione e di idratazione”, ma “hanno evidenziato come tali circostanze non solo non possano ritenersi indipendenti dall’azione dell’imputato, ma altresì non abbiano effettivamente deviato l’originaria serie causale, avendone semplicemente favorito o accelerato il decorso evitando di impedirne lo sviluppo, costituendo in tal senso mere concause dell’evento”. Inoltre – si aggiunge – “la questione della prevedibilità dell’evento nel caso di specie è fuori discussione”, date “le modalità con le quali gli imputati hanno percosso la vittima attingendola con violenti colpi al volto e in zona sacrale ossia in modo idoneo a generare lesioni interne che chiunque è in grado di rappresentarsi come prevedibile conseguenza di tale azione”. Stefano venne picchiato la sera del 15 ottobre 2009, nei locali seminterrati della caserma della compagnia Casilina, in occasione delle operazioni di fotosegnalamento. Con il pestaggio, “l’intenzione dei due carabinieri” fu quella di “punire” Stefano per il “suo atteggiamento”. Nav/Int2