Roma, attivisti climatici sgomberati da spazio occupato Berta

Erano in corso colloqui con consiglieri regionali, comunali e Municipio

MAR 24, 2022 -

Campidoglio Roma, 24 mar. (askanews) – La ex foresteria di due piani con annesso spazio espositivo nel Parco della Caffarella, di proprietà della Regione Lazio e affidato al fondo Invimit, occupato da un gruppo di attivisti ambientali, è stato sgomberato. L’avevano chiamato Berta come Berta Caceres, attivista ambientalista e femminista honduregna insignita di premi internazionali per essere riuscita a evitare la costruzione di una diga sul Río Gualcarque, considerato sacro dai Lenca, che avrebbe distrutto un importante serbatoio di biodiversità nel suo Paese e assassinata nel 2016 dopo anni di minacce. L’immobile “Berta” era stato occupato il 6 marzo scorso da ragazze e ragazzi di diverse esperienze ambientali della città, dopo anni di abbandono in cui era stato vandalizzato. Gli stessi giovani che in decine hanno provato a resistere allo sgombero all’interno dell’immobile, contando sulla solidarietà di decine di altri attivisti e simpatizzanti che stanno arrivando a decine presso l’immobile, richiamati dal passaparola social. Un gruppo di coordinamento delle realtà aveva iniziato, fin dall’ingresso nello stabile, una interlocuzione diretta sull’utilizzo dello spazio abbandonato con consigliere e consiglieri regionali, comunali e con la presidenza dell’VIII Municipio, che gli attivisti fuori all’interno e stanno sollecitando in queste stesse ore per trovare una soluzione I movimenti romani hanno vissuto negli ultimi due anni un crescendo di attività sui temi ambientali – dalle iniziative formative, i blocchi stradali e la manifestazione organizzata in occasione della conclusione del G20 a Roma, lo sciopero della fame al Mite culminato con l’incontro con il ministro Cingolani -, soprattutto nelle aree giovanili e studentesche, che hanno coniugato il tema della cura e del futuro del pianeta, con la crisi sociale e economica post-pandemica. L’entrata nell’immobile abbandonato, il 6 marzo scorso, è la prima occupazione di movimento a Roma dopo il 2014, seguita a una dolorosa stagione di sgomberi che aveva visto chiudere molti degli spazi sociali e culturali della città, ultimo l’ex Cinema Palazzo a San Lorenzo, senza vedere, da parte pubblica, l’attribuzione di nuovi spazi per queste attività. Gli attivisti e le attiviste, in queste settimane, si stavano preparando allo Sciopero globale per il clima, che si celebrerà il 25 marzo in tutto il mondo, liberando questo spazio, con attività seminariali, laboratori e iniziative culturali che avevano coinvolto docenti universitarie, giornalisti e giornaliste, esperti, attiviste e attivisti di tutta Italia.