Maxi frode con il ‘bonus facciate’: sequestro beni per 16mln

Indagine delle fiamme gialle di Crotone in varie regioni italiane

MAR 23, 2022 -

Truffe Roma, 23 mar. (askanews) – Una presunta mega truffa sui crediti d’imposta del bonus facciate è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Crotone che, su disposizione della Procura, ha proceduto oggi ad un sequestro di beni per complessivi 16 milioni fra aziende, e conti correnti in provincia di Crotone e in altre città italiane. L’accusa ipotizzata è truffa aggravata ai danni dello Stato, consistita nell’aver generato e commercializzato fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per falsi interventi edilizi ricadenti nel regime applicativo del c.d. “bonus facciate” introdotto dal “Decreto Rilancio” (D. L. 34/2020) Le indagini delle Fiamme Gialle sono partite dagli approfondimenti sulla posizione di una società di capitali con sede dichiarata a Milano ed operante nel settore della costruzione di edifici residenziali che, da preliminari riscontri, è risultata aver ricevuto e ceduto crediti d’imposta per rilevanti importi, maturati in seguito all’esecuzione di lavori di rifacimento facciate di alcuni immobili, falsamente documentati ed in realtà mai avvenuti. Lo sviluppo delle attività investigative ha consentito di delineare un univoco quadro indiziario circa l’operatività artificiosa dell’azienda, la falsità dei crediti d’imposta generati e ceduti, la mancata esecuzione, in tutto o in parte, dei lavori dichiarati. In particolare, la società ha, dapprima, attestato falsamente di aver eseguito molteplici lavori di ristrutturazione edilizia esterna, acquisiti mediante l’opzione dello “sconto in fattura”. In seconda battuta, figurando questa come fornitore di lavori che ha praticato gli sconti in fattura, mediante le credenziali di accesso all’apposito portale telematico creato dall’Agenzia delle Entrate ha provveduto ad accettare le comunicazioni inerenti l’opzione dei predetti sconti, facendo così transitare nel proprio cassetto fiscale i crediti di imposta maturati. Le comunicazioni inserite nella piattaforma informatica sono state conseguentemente qualificate come documenti attestanti operazioni oggettivamente inesistenti. Al fine di rendere più difficoltosa la ricostruzione finanziaria e far disperdere il profitto del reato, i crediti di imposta sono stati ceduti a soggetti terzi (persone fisiche e giuridiche), i quali, a loro volta, li hanno incassati in denaro liquido presso gli intermediari finanziari interessati. Nello specifico è stato effettuato il sequestro di quote societarie, compendi aziendali, disponibilità finanziarie, nonché il blocco sul portale dell’Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei rispettivi cassetti fiscali, riconducibili a 7 imprese (due di Milano, due della provincia di Crotone, una in provincia di Modena, una in provincia di Vibo Valentia ed una a Catanzaro) e 8 persone (due originari di Crotone, uno della provincia di Milano, due della provincia di Siracusa, uno di Catanzaro, uno di Napoli ed uno di Modena) risultati cedenti e cessionarie dei fittizi crediti di imposta, per un importo complessivo pari a circa 16 milioni di euro.