Fisco e prodotti petroliferi, scoperta frode da 9 milioni

Segnalazione alla Procura di Roma per avviare procedimento

MAR 14, 2022 -

Fisco Roma, 14 mar. (askanews) – Un aosicetà con sede legale a Roma ma che vende gasolio e prodotti petroliferi in provincia dell’Aquila ha generato un raggiro al fisco per quasi 9 milioni di euro. Lo hanno scoperto i funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli (ADM) in servizio alla Sezione Antifrode e Controlli dell’Ufficio di Roma 1. Gli accertamenti – si spiega in una nota – hanno permesso di recuperare le fatture elettroniche emesse e ricevute dalla società e ad appurare che la stessa, per abbattere l’ammontare dell’imposta sul valore aggiunto da versare all’erario, poneva in essere acquisti da “cartiere”. Le “cartiere”, compagini societarie fittizie, vengono interposte nelle transazioni commerciali, nello specifico in transazioni che avvengono tra imprese italiane, per procurare un illecito risparmio di imposta tramite utilizzo di fatture per “operazioni soggettivamente inesistenti” ossia poste in essere realmente ma tra soggetti differenti da quelli indicato sul documento fiscale. Pertanto l’imposta sul valore aggiunto di tali operazioni risulterà indetraibile poiché afferente ad operazioni fittizie per le quali manca il requisito della certezza. Un meccanismo speculare era stato creato per quanto riguarda le fatture emesse, per le quali venivano simulate cessioni verso paesi extra UE, a fronte delle quali mancava la ‘Dichiarazione Doganale di esportazione’ che avrebbe attestato la non imponibilità dell’operazione. La complessa operazione non solo ha permesso l’interruzione delle attività fraudolente e l’accertamento imposte evase per 9 milioni di euro, nonché sanzioni per circa 15 milioni, ma ha anche impedito il perpetuarsi della frode. La Procura Roma è stata informata dell’operazione al fine di procedere per i reati di cui agli articoli 4 e 10 del D. Lgs. 74/2000, concernenti, rispettivamente, la dichiarazione infedele e l’occultamento delle scritture contabili.