Hiv, arriva AppSCOLTAMI, l’App che ‘sintonizza’ l’empatia

Aiuta persone con HIV a prendere consapevolezza propri bisogni

GEN 24, 2022 -

Salute Roma, 24 gen. (askanews) – Arriva l’App che “sintonizza” l’empatia, aiutando le persone con HIV a prendere consapevolezza della propria qualità di vita, a “fotografare” lo stato di benessere psicofisico e quindi dare voce ai propri bisogni. Un’App che facilita la connessione con il medico, l’ascolto e la presa in carico. Si chiama AppSCOLTAMI (disponibile per smartphone Android e iOS) ed è stata ideata dall’EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con le Associazioni Pazienti ASA, NADIR, NPS e PLUS e il supporto non condizionante della Fondazione MSD. Grazie alle attuali terapie le persone con HIV possono contare su una aspettativa di vita paragonabile a quella della popolazione generale e chiedono che siano anni in buona salute e con una buona qualità di vita. AppSCOLTAMI vuole proprio essere uno strumento digitale che offre soluzioni concrete, di facile utilizzo e di immediata applicazione, sfruttando il potenziale delle tecnologie digitali nell’area della salute come strumenti chiave per venire incontro ai bisogni delle persone, supportarli nel proprio percorso di cura e di relazione con il medico. Le persone con HIV possono scaricare l’App ed utilizzarla in qualsiasi momento. Seguendo un percorso molto semplice e rispondendo a delle domande ottengono una ‘fotografia’ del loro sentire, della propria qualità di vita percepita. E Ognuno può decidere se condividere queste informazioni con il proprio medico, invitandolo a scaricare l’applicazione. Non è, quindi, uno strumento subìto, che arriva dall’alto ma, per una volta, è il paziente che chiede al medico di provare a utilizzare questa App per migliorare la relazione di ascolto e la presa in carico. Perché la qualità di vita è parte integrante della terapia e del benessere fisico. “AppSCOLTAMI è nata per rispondere ad un bisogno delle persone con HIV – spiega Guendalina Graffigna, Direttore dell’EngageMinds HUB dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha messo a punto l’App grazie al sostegno non condizionante della Fondazione MSD – che non sempre danno voce alle loro emozioni o non si sentono adeguatamente ‘ascoltate’ dal loro medico per quanto riguarda il benessere psicofisico. La qualità di vita è importante per tutti e lo è ancor di più quando una patologia cronica la mette in discussione. Questa App vuole aiutare paziente e medici a sintonizzarsi e, quindi, a facilitare il dialogo. A volte è difficile per le stesse persone con HIV riuscire a ‘scattare’ una ‘fotografia emotiva’ e raccontare il proprio benessere o malessere psicofisico. Sta poi a loro decidere se condividerla o meno con il medico. Un passaggio questo che non è secondario. L’engagement del paziente, il suo dover attivare il medico lo pone al centro dell’App, lo vede protagonista attivo. Il digitale ci ha aiutato in questi anni, ci ha dimostrato che può unire e facilitare anche la condivisione delle emozioni”.