Naufragio della Concordia 10 anni dopo, il Giglio commemora le 32 vittime

Sarà l'ultima cerimonia ufficiale sull'isola

GEN 13, 2022 -

Costa Concordia Firenze, 13 gen. (askanews) – Sono passati 10 anni dal naufragio della Costa Concordia. Era la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, quando la grande nave da crociera andò ad incagliarsi e spezzarsi nelle acque basse antistanti all’isola del Giglio. Una scena impensabile, se non fosse stato per l’ardire del comandante Francesco Schettino che, dopo aver fatto disattivare il pilota automatico, decise di sfidare la sorte con la manovra dell’inchino, una sorta di curva a gomito, un saluto marinaresco che però finirà col costare la vita a 32 persone. Il mondo tutto rimase colpito da quell’incredibile naufragio e per settimane ne seguì in diretta le operazioni di ricerca e recupero dei corpi. Oggi è il giorno della commemorazione, la decima, e l’ultima in forma ufficiale per quanto riguarda l’isola del Giglio, come ha voluto far sapere il sindaco Sergio Ortelli. La Costa Concordia era una nave di enormi dimensioni, in grado di trasportare 3216 passeggeri e 1013 membri dell’equipaggio. Dopo l’urto con gli scogli, il comandante si rifiutò di dare l’ordine di evacuazione, lo scafo cominciò a inclinarsi e fu proprio l’angolatura presa dalle nave la maggiore causa delle morti. In tanti, se avessero potuto scendere dalle scialuppe, anche dal fianco rimasto più in alto, si sarebbero salvati anziché finire risucchiati dalla corrente nelle trombe di un ascensore tra il ponte 4 e il ponte 5, mentre tentavano di raggiungere l’altro lato. Era una notte col chiaro di luna, e questo aiutò in molti a trovare la via di fuga durante il black out. I 600 abitanti dell’isola si attivarono subito per dare un posto per dormire e una coperta ai naufraghi. Poi la lunga fase delle indagini, il rinvio a giudizio e la condanna del comandante Francesco Schettino, mentre con un’operazione senza precedenti nella storia, i cantieri di Carnival, proprietaria di Costa Crociere, riuscirono a risollevare la nave e farla portare a Genova per la demolizione, col minimo impatto ambientale sull’isola del Giglio. Oggi Schettino, 61 anni, sconta la condanna a 16 anni, a Rebibbia, inflittagli dalla Corte d’Appello di Firenze il 31 maggio 2016 e diventata definitiva, in Cassazione, il 12 maggio 2017. Il suo nome resta legato a quello del Capitano Gregorio De Falco (ora senatore), con la telefonata del “torni a bordo c…” che fece il giro del mondo. Ma più che mai, anche stasera, dieci anni dopo, il pensiero andrà alle 32 vittime, a cominciare dal nome di Dayana Arlotti, la più piccola: aveva appena 5 anni. (di Marco Bazzichi). Xfi