Maremma, intervento da 8 mln per recupero del lago di San Floriano

Sarà anche fonte di approvvigionamento idrico

GEN 13, 2022 -

Toscana Milano, 13 gen. (askanews) – Oltre 8 milioni di investimento per il recupero del lago di San Floriano. Il progetto per la zona meridionale della Maremma, che impegnerà nei prossimi anni il Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud, permetterà non soltanto di riportare il bacino lacustre, oggi nel degrado, a una condizione di fruibilità, ma renderà possibile il suo utilizzo, oltre che per l’irrigazione, come fonte di approvvigionamento idrico per la vicina oasi naturale di Burano, nonchè come serbatoio d’acqua per elicotteri e canadair in caso di incendio. “Non sarà un intervento semplice – osserva Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud – Si dovrà, infatti, svuotare, scavare e ripulire il lago per farlo tornare a una profondità di 10 metri, preoccupandosi anche della fauna ittica secondo le indicazioni, che daranno gli esperti”. Il progetto nasce a seguito dell’accordo per la tutela del lago di Burano, stipulato nel 2003: un lungo iter, che giunge finalmente a conclusione e che prevede, attraverso un finanziamento di 5,8 miioni di euro del ministero delle Politiche Agricole, il consolidamento della diga e la realizzazione dello scarico di fondo e superficie, consentendo la riduzione della salinizzazione. Al termine di questo intervento sarà quindi possibile il completo utilizzo dell’opera, permettendo di invasare l’intero volume d’acqua previsto, pari a circa 900.000 metri cubi. Il lotto successivo, per un investimento di 2,2 milioni di euro finanziati dal Piano Irriguo Nazionale, consentirà di realizzare l’impianto d’irrigazione, che servirà circa 400 ettari e oltre 50 aziende, garantendo un notevole risparmio d’acqua. “Prevediamo l’inizio dei lavori tra giugno e luglio; la durata prevista è di due anni” indica Roberto Tasselli, responsabile area progettazione del Consorzio di bonifica 6 Toscana Sud. “E’ l’esempio di quanto dovrebbe interessare almeno altri 90 bacini del nostro Paese, come abbiamo individuato nel nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica del Paese – sottolinea Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi per la gestione e la tutela del Territorio e delle acque irrigue – La loro capacità d’invaso complessiva è di quasi 698 milioni di metri cubi, ma oltre 72 milioni sono inutilizzabili, perché occupati da sedime, conseguenza di un progressivo interrimento a seguito di anni di mancata manutenzione. Riportarli in piena efficienza comporterebbe un costo stimato in circa 290 milioni di euro, capaci di attivare almeno 1450 posti di lavoro”.