Il tema del prediligere i vaccinati nelle terapie intensive

Parlano Riccio e Sileri

GEN 13, 2022 -

La pandemia Roma, 13 gen. (askanews) – “E’ necessario confrontarci sul nuovo problema delle terapie intensive saturate da non vaccinati. Oggi i dati sono chiari: il 70% delle persone in terapia intensiva è no vax, del restante 30% , quasi la metà hanno fatto solo due dosi, l’ultima a più di 150 giorni, quindi di fatto, purtroppo, sono non vaccinati”: così Mario Riccio, anestesista, responsabile della Terapia intensiva dell’ospedale di Casalmaggiore (Cremona) a Sky Tg24 ribadisce la sua proposta di valutare se dare la precedenza ai vaccinati se c’è carenza posti nelle terapie intebnsive. “Ci si pone un problema etico – spiega – perchè l’anno scorso avevamo solo dei mezzi meccanici per la ventilazione e qualche farmaco, oggi abbiamo il vaccino e ci troviamo di fronte a pazienti che, avendolo rifiutato, si trovano a saturare le terapie intensive. Qui stiamo rallentando se non fermando l’attività chirurgica che riguarda pazienti tumorali, pazienti con patologie maggiori. Mi voglio mettere anche nei panni di chi oggi si sente dire, con un tumore in atto, ‘la opereremo con un fra sei mesi, un anno, non sappiamo quando possiamo operarla’, perchè questi posti di terapia intensiva e post operatorio sono occupati da pazienti che hanno di fatto negato l’esistenza della malattia per tutto l’anno scorso e adesso non si sono vaccinati”. Per l’accesso in terapia intensiva “una revisione del sistema con delle linee guida chiare, soprattutto anche delle procedure di priorità per rendere sostenibile il sistema, sarà necessaria”. Lo ha detto, dal canto suo, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Sky Tg24 rispondendo alla proposta dell’anestesista Mario Riccio secondo il quale è tempo di valutare di dare la precedenza ai vaccinati in caso di scarsità di posti letto nelle terapie intensive. “Capisco anche la rabbia, molto equilibrata, del medico in prima linea che vede posti letto occupati e che pensa che prima di quei farmaci che deve usare in terapia intensiva, c’era un vaccino che quel paziente ha rifiutato, però dobbiamo curare tutti”, ha detto Sileri, “mi rendo conto del peso che anche molti colleghi chirurghi mi manifestano di continuo, che è quello di dire che noi stiamo bloccando attività perchè c’è qualcuno che non ha rispettato quel patto sociale che è il SSN, perchè il SSN è un patto sociale. E’ molto difficile entrare in questo discorso, ma una revisione del sistema con delle linee guida chiare, soprattutto anche delle procedure di priorità per rendere sostenibile il sistema, sarà necessaria”. Mpd/Int2