Trieste, Ics: torni ad essere città aperta e inclusiva

"Vastissima area di disagio sociale"

GEN 11, 2022 -

Trieste Trieste, 11 gen. (askanews) – “Le politiche pubbliche per i giovani e per tutte le fasce piu’ deboli della popolazione vanno cambiate profondamente e il prima possibile affinche’ Trieste torni a essere una citta’ aperta e inclusiva”. Così il Consorzio italiano di solidarietà – Ufficio rifugiati (Ics) dopo le polemiche di questi giorni sulla presenza ritenuta eccessiva di immigrati da parte di amministratori cittadini e regionali, a commento dei tragici fatti di cronaca (tre omicidi in pochi giorni). Il Consorzio invita a comprendere che i violenti fatti di sangue tra giovani avvenuti negli ultimi giorni “non sono ne’ inspiegabili ne’ isolati: a Trieste c’e’ una vastissima e preoccupante area di disagio giovanile che non trova una risposta pubblica. Si tratta di un disagio che riguarda italiani e stranieri in ugual modo (ogni ignobile speculazione politica sul punto va ripudiata con fermezza), con la differenza che i giovani stranieri vivono una condizione di ancor maggiore precarieta’”. Secondo l’Ics il disagio e’ anche “amplificato dal covid-19 e da un allentamento delle relazioni sociali” che “nasce da un mercato del lavoro precario fatto in gran parte di esperienze di sfruttamento e di lavoro nero, dalla mancanza di luoghi gratuiti e accessibili per le attivita’ ricreative, dalla radicale assenza di politiche giovanili di inclusione socio-educativa. A tutto cio’ si aggiunge, per i neo maggiorenni arrivati a Trieste da minori non accompagnati o da giovanissimi richiedenti asilo, un diffuso senso di rifiuto alimentato da una politica dissennata che, per tornaconti politici individuali, ha trasformato una citta’ storicamente aperta e plurale come Trieste in un luogo ostile che non e’ piu’ laboratorio di innovazione sociale”.