Coronavirus, IZSVe: variante omicron ed efficacia dei vaccini

"Quantificare anticorpi neutralizzanti per stimare protezione"

DIC 27, 2021 -

Veneto Venezia, 27 dic. (askanews) – A sole tre settimane dal sequenziamento della prima variante Omicron, rilevata in Veneto grazie all’attività di sorveglianza svolta sul territorio dalle Aziende Sanitarie e dalla rete regionale dei laboratori di Microbiologia, coordinata dal Dott. Mario Rassu, il 23 dicembre i virologi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno concluso le analisi in vitro in grado di saggiare la capacità neutralizzante degli anticorpi contro Omicron e stimare l’efficacia protettiva dei vaccini. La titolazione degli anticorpi neutralizzanti è un saggio sofisticato che richiede personale altamente specializzato e laboratori di biosicurezza di livello 3, in quanto la metodica comporta la crescita e manipolazione delle diverse varianti di SARS-CoV-2 in forma viva. Ricorrendo ai nuovi laboratori BSL3 l’IZSVe ha potuto isolare, primo in Italia, il virus della variante Omicron per poi testare i sieri di soggetti vaccinati con 2 o 3 dosi, al fine di verificare l’efficacia dei vaccini. Grazie ad una rete di collaborazioni e progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, è stato possibile raccogliere in tempi record campioni di diversi operatori sanitari delle Aziende Ospedaliere di Padova e Verona, di dipendenti dell’Università di Padova e di soggetti pediatrici afferenti all’Ambulatorio dedicato al follow up dei nuclei familiari colpiti da Covid a Padova. “Nell’ultimo anno abbiamo lavorato allo sviluppo di una piattaforma rapida di isolamento e neutralizzazione virale per SARS-CoV-2. Volevamo farci trovare pronti in caso una variante antigenica come Omicron dovesse arrivare in Italia: non era una questione di ‘se’ ma di ‘dove’ e ‘quando'”, precisa il Dott. Francesco Bonfante, responsabile dello studio presso il Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate, dell’IZSVe. “Quantificare gli anticorpi neutralizzanti contro una nuova variante” – spiega Bonfante – “permette di stimare in una popolazione i livelli di protezione da malattia ed infezione, in tempi utili per poter adottare prontamente misure di controllo e prevenzione necessarie al rallentamento della circolazione virale. Per questo motivo ci siamo concentrati sui sanitari e sugli operatori dell’istruzione, in quanto popolazioni chiave nella lotta alla pandemia e garanti del funzionamento di settori vitali della nostra comunità”. (Segue)