Bardi: in Basilicata si chiude una brutta pagina di precariato

Precariato per centinaia di servitori Stato è finalmente il passato

DIC 21, 2021 -

Basilicata Roma, 21 dic. (askanews) – “Oggi si chiude una brutta pagina, poco edificante per la Regione Basilicata: il precariato per centinaia di servitori dello Stato è finalmente il passato. Ricordo che queste donne e questi uomini sono stati assunti a tempo indeterminato in seguito al superamento della prova unica del concorso che si è svolto di recente e che ha posto fine ad una situazione di precariato ‘storico’ trascinatosi per molti anni mediante rinnovi di contratti temporanei che non davano certezze al loro futuro. A questi dipendenti altamente professionalizzati, formulo gli auguri di buon lavoro”. Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. “Nel corso degli anni hanno acquisito esperienze e competenze negli Uffici della macchina amministrativa regionale e adesso, confortati dalla sicurezza sul loro futuro lavorativo, sapranno condividere e supportare la fase di progettualità e realizzazione degli investimenti legati al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e alla Programmazione europea 2021-2027. Come ho già avuto modo di sottolineare, una pubblica amministrazione efficiente ed efficace deve poter contare su risorse stabili e qualificate. Alla logica dell’appartenenza e della concessione, noi opponiamo quella della meritocrazia e della trasparenza”,prosegue. “Il Governo regionale si muove senza esitazioni in questa direzione, come confermato dall’approvazione in Giunta, la scorsa settimana, della delibera che dà il via alla stagione dei concorsi in Regione Basilicata per l’assunzione di 141 unità, di cui 18 Dirigenti, 93 dipendenti Categoria D e 30 dipendenti Categoria C. Abbiamo il disperato bisogno di fornire la Regione di nuove competenze, avviare il ricambio generazionale, potenziare l’azione amministrativa a sostegno dello sviluppo economico e sociale dell’intero territorio regionale. Ci stiamo mettendo alle spalle decenni di errori, che hanno danneggiato l’Ente e i territori”, conclude Bardi.