Nelle terapie intensive il tasso di non vaccinati è 12 volte più alto (Iss)

Aumento di casi in 19 regioni su 21

NOV 27, 2021 -

La pandemia Roma, 27 nov. (askanews) – Il tasso di terapie intensive nei non vaccinati risulta essere 6,7 ogni 100mila mentre per coloro che sono stati vaccinati da meno di sei mesi il dato scende a 0,54 ogni 100mila, cioè 12 volte più basso. Ad affermarlo l’Istituto superiore di sanità che conferma in questo modo l’efficacia dei vaccini nella lotta al diffondersi del coronavirus. I dati dell’Iss sulle nuove infezioni da virus SARS-CoV-2 in Italia registrano una situazione in “forte aumento” per quanto riguarda l’incidenza settimanale a livello nazionale: 112 casi per 100.000 abitanti rispetto a 88 casi per 100.000 abitanti della settimana precedente. Stabile, invece, rispetto alla settimana precedente, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici pari a 1,23 (range: 1,15-1,30), al di sopra della soglia epidemica. In lieve aumento e ancora sopra la soglia epidemica l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero, Rt=1,15 (IC95%: 1,11-1,19). In aumento anche l’incidenza a 14 giorni in 19 Regioni/PPAA su 21. Durante il periodo 8 – 21 novembre 2021, le Regioni/PPAA hanno segnalato 120.049 nuovi casi confermati di infezione (in aumento rispetto ai 90.419 nuovi casi segnalati tra il 1 – 14 novembre 2021). Stesso trend per quanto riguarda, sottolinea ancora il Report dell’Iss, tutte le fasce di età, in particolare nella popolazione 0-19 anni caratterizzata da una maggiore variazione dell’incidenza a 14 giorni. Stabile l’età mediana dei soggetti che hanno contratto l’infezione da virus SARS-CoV-2 negli ultimi 14 giorni (42 anni). Nella popolazione in età scolare, invece, si osserva “un forte aumento” dell’incidenza nella fascia di età 6-11, dove si osserva all’incirca il 50% dei casi diagnosticati nella popolazione 0-19. Per quanto riguarda, invece, l’impatto del covid nel nostro paese, dall’inizio dell’epidemia, sono stati segnalati al sistema di sorveglianza 4.954.380 casi confermati di COVID-19 diagnosticati in Italia dai laboratori di riferimento regionali e 132.747 decessi. “La letalità del COVID-19 cresce con l’aumentare dell’età ed è più elevata in soggetti di sesso maschile a partire dalla fascia di età 30-39 anni. – conferma ancora l’Istituto superiore di sanità – Mentre per quando riguarda l’impatto della vaccinazione nel prevenire nuove infezioni, ricoveri e decessi si nota che negli ultimi 30 giorni in Italia vi è stata una maggiore incidenza di casi diagnosticati nella popolazione non vaccinata. Mentre dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 72% al 40% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di COVID-19 rispetto ai non vaccinati”. Rimane elevata anche l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 91% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’81% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati. Gci/Pie