Lavecchia: a Milano le massime estive +1,1 gradi da qui al 2040

Stati generali ingegneria: fondamentale come progettiamo le città

NOV 27, 2021 -

Clima Milano, 27 nov. (askanews) – “Se la temperatura globale a fine secolo aumenterà di 2 gradi rispetto al periodo 1986-2005, a Milano le massime estive da qui al 2040 saliranno in media di 1,1 gradi centigradi e le precipitazioni subiranno un incremento del 5%”. La previsione meteo stimata sul lungo periodo è arrivata da Cristina Lavecchia, direttore Fondazione osservatorio metereologico Milano Duomo, che ha partecipato agli Stati generali dell’ingegneria che si chiudono oggi a Milano. Stati generali che inevitabilmente hanno dovuto affrontare il tema dei cambiamenti climatici e dell’ambiente urbano. La Fondazione, in partnership con la Fondazione Ordine ingegneri della Provincia di Milano, quella dell’Ordine degli architetti e con la Fondazione Lombardia per l’Ambiente, dal 2019 è capofila del Progetto ClimaMi, che si è concentrato in particolare sulle variazioni climatiche nel capoluogo lombardo negli ultimi 10 anni. “Il tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici è anche una questione di contenimento dei costi che potremo avere in futuro legati a eventi dovuti ai cambiamenti climatici – ha detto Alessandro de Carli, della commissione Ambiente e tutela del territorio dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano – il clima locale sia assunto come fattore determinante nelle attività professionali pubbliche e private quotidiane”. Dal 1980 il clima anche a Milano sta cambiando: caratterizzato da una forte stazionarietà nei primi 80 anni del ‘900, negli ultimi decenni ha visto un costante aumento delle temperature sia massime sia minime e dell’intensità delle precipitazioni. Se tra il 1961 e il 1990 la media in centro a Milano era di 13,6 gradi, tra il 1975 e il 2004 è passata a 14 e tra il 1998 e il 2018 è salita a 14,8. Ancor più marcato l’aumento d’estate: guardando solo alle medie massime, si è passati dai 33,1 gradi del trentennio 1961-1990 ai 34,7 di quello ’81-2010. Per quanto riguarda le precipitazioni, se la quantità di pioggia annua resta la stessa, l’intensità però è aumentata con un tasso medio annuo del 14% e sono diminuiti i giorni di pioggia, con problemi anche di siccità che impattano sull’agricoltura. Il trend è ancor più accentuato negli ultimi 10 anni, quelli su cui si è concentrato il Progetto ClimaMi. “Abbiamo studiato l’ultimo decennio, dal 2012 in poi, perché pensiamo che questi sono i dati che devono utilizzare i progettisti – ha spiegato Lavecchia – siccome il clima urbano dipende dalla sovrapposizione tra global warming e il contributo antropico locale, diventa fondamentale come progettiamo le nostre città, perché è proprio sulla forma, dimensione e utilizzo della città che possiamo agire in termini di adattamento e mitigazione”.