Covid, Morrone: studiare variante sudafricana ma niente allarme

"E' un paradosso perché meno investiamo in Africa in vaccini e più corriamo rischi"

NOV 26, 2021 -

Coronavirus Roma, 26 nov. (askanews) – La nuova variante sudafricana ha “più di 32 mutazioni, soprattutto sulla proteina Spike, ed effettivamente si corre il rischio che non risponda ai vaccini o che gli anticorpi già in atto nelle persone vaccinate e guarite non siano sufficienti a contrastarla. Va studiata e presa in esame”. Ma nessun allarme: “Noi saremo in grado di intercettare subito la variante, se dovesse arrivare la sequenzieremo e valuteremo”. Ad askanews il prof. Aldo Morrone, Direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano (IRCCS) ed esperto di malattie tropicali, spiega i rischi della variante sudafricana. “Voglio tranquillizzare – sottolinea – il nostro è un sistema sanitario ottimo, se dovesse arrivare in italia questa variante (anche se abbiamo i bloccati i voli da quei Paesi e quindi le probabilità sono minori) verrà sequenziata e controllata immediatamente e sottoposta ai trial per valutare quale modificazione dei vaccini potrebbe essere utile fare per poterla contrastare e distruggere”. Morrone ricorda che la variante “si è diffusa molto rapidamente in Sudafrica in una settimana”, anche perché il tasso di percentuale dei vaccinati nel Paese è basso (ma è uno dei più alti del continente). “E’ un paradosso perché meno investiamo in Africa in vaccini e più corriamo rischi”, avverte l’esperto in dermatologia infettivologica. “In Sudafrica oltre il 24% della popolazione è vaccinato con due dosi, ed è uno dei Paesi maggiormente immunizzato, per cui ha un sistema di allarme estremamente valido”. Bene dunque la decisione del ministero della Salute di bloccare i voli da quei Paesi per evitare il propagarsi della variante, ma Morrone rassicura: “Da moltissimi anni, il nostro servizio sanitario nazionale, il ministero, le Regioni, hanno portato avanti un sistema di sentinella epidemiologica tra le migliori”. In tal senso, ribadisce, se dovesse arrivare nel nostro Paese “saremo in grado di intercettare subito la variante, sequenziarla e isolarla”.