Noe Trento sequestra discarica nel ‘Parco ambientale del Brenta

Su disposizione Dda perquisiti pure gli uffici della Provincia

NOV 25, 2021 -

Ambiente Roma, 25 nov. (askanews) – I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Trento, su disposizione del Gip hanno sottoposto a sequestro preventivo la discarica di rifiuti non pericolosi di Castel Ivano, frazione di Villa Agnedo, inserita nel “Parco Ambientale del Brenta”, area a tutela ambientale, ubicata alla confluenza del fiume Brenta e dei torrenti Maso e Chieppena. Il provvedimento è stato emesso su richiesta della Dda di Trento nell’ambito di un’indagine volta a contrastare attività continuative ed organizzate nell’ambito dei fenomeni di criminalità ambientale e scaturisce da una serie di verifiche effettuate su alcuni conferimenti di rifiuti contenenti policlorobifenili (PCB), provenienti dalla bonifica del Parco Parenzo Sud-Ovest di Brescia. Le attività investigative hanno consentito di documentare come il sito, avviato nel 1993 quale discarica per rifiuti non pericolosi, aveva terminato l’attività di smaltimento nel 2005, con esaurimento della capacità ricettiva e collocazione in fase post-operativa, in cui nessun altro conferimento di rifiuti era possibile. Con due successivi provvedimenti accertati essere del tutto illegittimi, attuati da altrettanti dirigenti dell’APPA consapevoli della divergenza dei loro atti dalla normativa in materia, era stato autorizzato il conferimento di nuovi rifiuti per la realizzazione della copertura e la riapertura di fatto della discarica, consentendo di procrastinare a tempo indefinito i termini per la chiusura del sito e recuperare ulteriori 130.000 mc di rifiuti. La quantità di rifiuti conferiti è stata considerata di particolare valore economico, in ragione del fatto che la loro composizione è risultata – all’atto delle verifiche – di gran lunga più contaminata rispetto ai limiti previsti per la destinazione urbanistica del sito. Oltre ai volumi di rifiuti conferibili, l’illegittimo iter autorizzatorio ha permesso di eludere le concentrazioni dei materiali inquinati, consentendo alla società che gestisce la discarica di conseguire un illecito guadagno economico. I militari dell’Unità Speciale dell’Arma, oltre ad aver apposto i sigilli alla discarica hanno sottoposto a sequestro penale anche i mezzi presenti presso la discarica e proceduto a effettuare differenti perquisizioni, comprese quelle degli uffici dei dirigenti provinciali che hanno rilascio le autorizzazioni. Le posizioni degli indagati sono al vaglio della Direzione Distrettuale Antimafia di Trento, coordinata dal Procuratore Sandro Raimondi, poiché le ipotesi di reato riguardano le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, per aver intrapreso degli interventi in area a tutela ambientale e altro. I pubblici ufficiali sono ritenuti responsabili anche della divulgazione di informazioni d’ufficio.