Papa: si accusano poveri per leggi economicamente ingiuste

"Spesso la presenza dei poveri è vista confastidio"

NOV 12, 2021 -

Papa ad Assisi Roma, 12 nov. (askanews) – “Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata; a volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri! Uninsulto in più… Pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull’ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, sull’ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli”. A denunciarlo è Papa Francesco ad Assisi per partecipare ad un incontro con i poveri. Francesco, dinnanzi alla Porziuncola, ha voluto ricordare il messaggio del “poverello” che, ha detto, “ha accolto Santa Chiara, i primi frati, e tanti poveri che venivano da lui. Con semplicità li riceveva come fratelli e sorelle, condividendo con loro ogni cosa. Ecco l’espressione più evangelica che siamo chiamati a fare nostra: l’accoglienza”, ha aggiunto. “Accogliere – ha poi proseguito – significa aprire la porta, la porta della casa e la porta del cuore, e permettere a chi bussa di entrare. E che possa sentirsi a suo agio, non in soggezione. Dove c’è un vero senso di fraternità, lì si vive anche l’esperienza sincera dell’accoglienza. Dove invece c’è la paura dell’altro, il disprezzo della sua vita, allora nasce il rifiuto. L’accoglienza genera il senso di comunità; il rifiuto e l’indifferenza al contrario chiude nel proprio egoismo”. Il papa ha, quindi, citato Madre Teresa, “che aveva fatto della sua vita – ha detto – un servizio all’accoglienza, amava dire: ‘Qual è l’accoglienza migliore? Il sorriso’. Condividere un sorriso con chi è nel bisogno fa bene a tutt’e due, a me e all’altro. Il sorriso come espressione di simpatia, di tenerezza”. Infine, rivolgendosi ai poveri ha detto: “vi ringrazio, perché siete venuti qui da tanti Paesi diversi per vivere questa esperienza di incontro e di fede. Vorrei ringraziare Dio che ha data questa idea della Giornata dei poveri, Una idea che è nata in una sacrestia. E’ statto uno di voi, Etienne a darmi l’idea. Sono uscito ed ho sentito lo Spirito Santo dentro di me”. “Incontrarci è la prima cosa, cioè andare uno verso l’altro con il cuore aperto e la mano tesa. Sappiamo che ognuno di noi ha bisogno dell’altro, e anche la debolezza, se vissuta insieme, può diventare una forza che migliora il mondo”.