Morte Fadil, la procura di Milano chiede archiviazione per 12 medici

Curarono la 34enne poi morta per una malattia rara

OTT 28, 2021 -

Ruby Milano, 28 ott. (askanews) – Non hanno commesso nessun reato i 12 medici della clinica Humanitas di Rozzano finiti sotto indagine per la morte di Imane Fadil, la modella marocchina teste chiave della procura di Milano sul caso Ruby e sulle serate del “bunga bunga” di Arcore stroncata da un’aplasia midollare durante il ricovero nella casa di cura alle porte del capoluogo lombardo. Ne sono convinti i magistrati della procura milanese che hanno chiesto l’archiviazione del fascicolo di indagine che vede i 12 sanitari sotto accusa per omicidio colposo. L’iscrizione nel registro degli indagati dei medici e sanitari che si occuparono di Iman Fadil nei suoi ultimi giorni di vita era scattata come “atto dovuto” dopo la decisione del gip di rigettare la richiesta di archiviazione della procura che in una prima fase indagava per omicidio volontario, sospettando che la 34enne fosse morta per avvelenamento. Il giudice aveva infatti ordinato nuove e più approfondite indagini ma questa volta per far luce sulle eventuali resposabilità penali in capo al personale medico della clinica dove Fadil restò ricoverata per oltre un mese prima del decesso, avvenuto il 1 marzo 2019. Ma secondo i pm milanesi, dagli accertamenti investigativi disposti negli ultimi mesi, tra cui una consulenza medica disposta dalla procura, non sono emersi profili penalmente rilevante a carico dei medici dell’Humanitas. Da qui la richiesta di archiviazione firmata dal pm Luca Gaglio e dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Spetterà ora a un gip del tribunale milanese valutare l’istanza della procura e stabilire se mandare in archivio il fascicolo sulla morte di Imane Fadil.