Shoah, Riccardo Pacifici: non penso a nuova ondata antisemitismo

Intervista ad In Terris del commendatore della Repubblica

OTT 16, 2021 -

Shoah Roma, 16 ott. (askanews) – Come 78 anni dopo, il 16 ottobre 1943 era un sabato. Prima dell’alba di quel giorno, alle 5:30 del mattino, a Roma, scattò il rastrellamento di più di un migliaio di persone appartenenti alla comunità ebraica che viveva nella capitale d’Italia da parte delle forze d’occupazione naziste. 1.259 tra uomini, donne e bambini vennero prelevati da via Portico d’Ottavia e le strade vicine – area che fino a un secolo prima era quella del ghetto ebraico capitolino – , ma anche da altre parti della città. Gli arrestati furono condotti al Collegio militare in via della Lungara, dove rimasero per trenta ore, prima di essere trasferiti alla stazione Tiburtina. Da lì, nel primo pomeriggio di lunedì 18 ottobre a bordo di un convoglio partirono, in direzione del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia, dove arrivarono dopo quattro giorni. Dei 1.022 che partirono ne tornarono sedici, di cui una sola donna, Settimia Spizzichino, poco più che ventenne (era nata il 15 aprile 1921). Per ricordare quanto successo in questo tragico episodio della storia del nostro Paese, In Terris ha intervistato Riccardo Pacifici, già presidente della Comunità ebraica di Roma, commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana, nel collegio della Fondazione Museo della Shoah, figlio dello storico Emanuele Pacifici – rimasto ferito nell’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982 – e nipote del rabbino di cui porta il nome, morto ad Auschwitz nel 1943. Quanto antisemitismo si vede in giro, in Italia e in Europa? “Non penso ci sia una nuova ondata, c’è sempre stato ma prima c’era un maggior pudore nel manifestarlo. La differenza fra ieri e oggi è che adesso c’è molta più gente che, grazie alla Giornata della memoria e ai viaggi, ha visitato quei campi e ascoltato le testimonianze. C’è maggiore consapevolezza del pericolo, tanto che ad ogni rigurgito l’indignazione è sempre molto forte sia da parte delle istituzioni che da parte dei cittadini”. (Segue)