No vax, ecco quanto costa non vaccinarsi (per la salute e i bilanci)

Lo spiega Giuseppe Arbia del Dipartimento scienze statistiche della Facoltà di Economia della Cattolica di Roma

OTT 15, 2021 -

Coronavirus Roma, 15 ott. (askanews) – Proteste e barricate no vax, da un lato, dall’altro i 46 milioni di italiani che (molto più silenziosamente) hanno fatto almeno una dose di vaccino. Circa 8 milioni (vaccinabili) mancano ancora all’appello. Ma quanto costa il no al vaccino? E conviene (in tutti i sensi) non vaccinarsi? Si può fare un paragone (sanitario ed economico) costi-benefici tra effetti del vaccino ed effetti del Covid? La risposta è sì e i numeri sono chiari, molto più delle opinioni. Come spiega il professor Giuseppe Arbia del Dipartimento di Scienze Statistiche della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Roma, partendo dagli ultimi studi e analisi: ‘L’ultimo documento dell’Istituto superiore di sanità sugli effetti avversi da vaccino anti-covid mostra dei dati interessanti e decisivi. E’ il risultato della farmaco vigilanza, il monitoraggio degli effetti avversi, dal 27 dicembre 2020 al 26 settembre 2021, i 9 mesi di campagna vaccinale, da quando è iniziata’. E che cosa ci dicono questi numeri? ‘Ci danno una misura di cosa accade a chi si vaccina, considerando solo ovviamente il rovescio della medaglia, gli eventi avversi. Ci sono 120 segnalazioni di effetti avversi ogni 100mila vaccinati, lo 0,12 % delle somministrazioni di vaccino. Tra queste 120 segnalazioni ogni 100mila, l’85% riguarda effetti avversi non gravi, il 14% delle segnalazioni invece sono casi gravi, ovvero 16 su 100mila somministrazioni. Tra queste segnalazioni di effetti più gravi, alcune si sono risolte bene, senza necessità di ospedalizzazione, invece il 4% delle segnalazioni, circa 5 casi su 100mila, ha portato in ospedale, e lo 0,61% delle segnalazioni ha condotto al decesso, ovvero lo 0,7% su 100mila vaccinati. Con tutto il rispetto per le persone, dal punto di vista statistico il numero è molto marginale, e neanche paragonabile ai rischi e al numero di effetti avversi registrati per molti farmaci in commercio: basta guardare i bugiardini dove gli effetti avversi anche gravi definiti rari o rarissimi non sono su valori così bassi, su una base a 100mila, ma a 10mila’. Dal report emergono anche altri aspetti interessanti da osservare: ‘Le segnalazioni di effetti avversi diminuiscono molto nel tempo, anche le gravi. A dicembre 2020 il numero di segnalazioni era molto elevato, adesso il numero è molto basso. I grafici elaborati dall’Istituto superiore di sanità mostrano come i valori (in numero assoluto) all’inizio della campagna vaccinale erano intorno al migliaio, negli ultimi giorni sono poche decine. Considerando che l’84% delle segnalazioni riguardano effetti non gravi, oltre al fatto che tra le prime categorie vaccinate ci sono stati anziani e fragili, i numeri mostrano soprattutto come i sintomi che inizialmente erano segnalati come avversi dalle persone dopo la somministrazione del vaccino, col passare del tempo sono stati considerati normali, anche con un passaparola tranquillizzante, e non sono più stati segnalati. Questo rasserenamento progressivo dopo la somministrazione del vaccino è confermato da un altro: le segnalazioni legate alla seconda dose sono molto più basse. E’ infine curioso che siano state molto di più le donne, il 71%, che gli uomini, il 28% a fare segnalazioni di effetti collaterali. E c’è anche una classe di età più ‘attiva’: hanno fatto il maggior numero di segnalazioni i 30-39enni”. Dall’altro lato della medaglia sta l’efficacia dei vaccini anti-covid. L’ultimo rapporto Iss al riguardo (9 ottobre 2021) è chiaro: “Nella popolazione generale a sette mesi dalla seconda dose non si osserva una riduzione significativa di efficacia in termini di protezione dall’infezione (sintomatica o asintomatica), che rimane dell’89%. Anche contro il ricovero e il decesso la protezione resta elevata (96% e 99%) a sei mesi dalla seconda dose”. Una riduzione di efficacia nel tempo si osserva solo per immunocompromessi e fragili (a cui già viene somministrato un booster). L’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Facoltà di Economia) ha inoltre calcolato la ricaduta sul servizio sanitario nazionale: il 94% dei non vaccinati ospedalizzati non sarebbe ricoverato in area medica se si fosse vaccinato e tra i ricoverati in terapia intensiva non vaccinati, il 96% lo avrebbe evitato. Quanto è più pericoloso il Covid del vaccino? ‘Non c’è confronto né storia – sottolinea Arbia – né per il rischio di malattie gravi né riguardo alla mortalità. Basta guardare i bollettini sui ricoveri e i decessi del ministero della salute”. Ci sono ad oggi ancora 2.445 persone in ospedale per Covid, in terapia intensiva si sono 357 persone e 20 ci sono andate oggi. Solo oggi sono morte 42 persone, dall’inizio della pandemia sono morte in Italia 131.103 persone. Poi c’è tutta la partita, ancora poco esplorata, degli effetti a lungo termine dell’infezione da Covid, il Long Covid. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Jama Network Open, del Penn State College of Medicine più della metà dei 236 milioni di persone in tutto il mondo che hanno avuto il Covid, sviluppa sintomi a lungo termine, sia adulti che bambini, e sintomi che persistono anche fino a sei mesi o più dalla guarigione. Sintomi più diversi, fisici e psicologici: perdita di peso, affaticamento, febbre o dolore. Uno su cinque ha una diminuzione della mobilità, disturbi neurologici, quasi uno su quattro ha difficoltà di concentrazione, a quasi un paziente su tre sono stati diagnosticati disturbi d’ansia. Sei su dieci avevano ancora anomalie polmonari rilevabili dall’imaging del torace e più di un quarto aveva difficoltà a respirare; perdita di capelli o eruzioni cutanee per quasi un paziente su cinque; dolore toracico e palpitazioni, problemi digestivi, dolore allo stomaco, mancanza di appetito, diarrea e vomito erano tra le condizioni comunemente riportate. Insomma i numeri lo dicono: ‘Guarire non è come non ammalarsi di Sars-Cov-2, senza contare i costi personali e sanitari di una tale cronicizzazione di sintomi, delle cure e terapie necessarie. E questo dovrebbe anche far riflettere quanti ritengono che si dovrebbe puntare di più sulla ricerca di cure a posteriori. Qualcuno potrebbe obiettare: ma nel caso del vaccino non sappiamo gli effetti a lungo termine. Si può rispondere in due modi: a) è un rischio (molto) incerto, non dimostrato e che non ha al momento ragione di concretizzarsi, di fronte a rischio certo e già dimostrato b) di cosa succederà tra anni non sappiamo nulla riguardo a molte cose, e non sarebbe neanche apprezzabile una valutazione nel lungo termine. Ad esempio chi può dire se tra qualche anno mi farà male la cura antibiotica che ho fatto oggi? E se non avessi fatto quella cura, che cosa mi sarebbe successo? Andiamo nel campo delle ipotesi e dopo oltre sei miliardi e mezzo di somministrazioni nel mondo i vaccini anti-covid sono ormai tra i farmaci più sperimentati”. Chi non si vaccina ha anche un costo economico, e l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica ha fatto i conti, rivelando un costo così elevato da incidere non poco sulla bilancia della spesa sanitaria: ‘Il calcolo – spiega Arbia – è stato fatto analizzando due tipi di costi: i costi dei tamponi per chi non si vaccina, e il costo aggiuntivo per l’ospedalizzazione dei malati”. Ecco i costo dei tamponi: con l’obbligo del green pass ogni giorno saranno necessari un numero di tamponi pari a 5 volte in più l’andamento registrato finora. Altems ha calcolato i tamponi necessari per chi non è ancora vaccinato, per chi ha 12-19 anni considerando le richieste di green pass per motivi di sport, per chi ha 20-69 anni, le richieste di green pass per motivi di lavoro – incrociando inoltre le percentuali di chi pratica uno sport con continuità (54%) e il tasso di occupazione (58,1% tra 15-64 anni). Si tratta di una platea quasi 7 milioni di lavoratori (su 38milioni) non vaccinati e 1,3 circa di ragazzi (su 4,6 mln) non vaccinati, quindi saranno necessari circa 1 mln e 280mila tamponi al giorno per i lavoratori e 230mila per i ragazzi. Moltiplicando i tamponi giornalieri che saranno richiesti al prezzo calmierato (finora) di 8 euro per gli under 18 e di 15 euro per gli over 18, si arriva a 21.147.929 al giorno. Che cifra è? Se proiettati a 30 giorni superano di gran lunga il fondo per i farmaci innovativi oncologici stanziato per il 2021, come ha sottolineato il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Altems. “Riguardo al costo delle cure – continua Arbia – il report Altems distingue tra cure extraospedaliere e ricoveri, in particolare in terapia intensiva. Fermiamoci a considerare solo le spese per i casi più gravi, che richiedono l’ospedale. Il costo giornaliero del ricovero in ospedale è 709 euro in area medica, di 1.680 euro in terapia intensiva. Distinguiamo tra vaccinati e non vaccinati, poi stimiamo il tasso di ospedalizzazione inevitabile, cioè che sarebbe osservabile anche se tutti fossero vaccinati e quello evitabile, se tutti si vaccinassero. Su questa base si arriva ai seguenti conti: 4 milioni al giorno evitabili per ospedalizzazione e 1 milione e 100 evitabili per le terapie intensive, oltre 5 milioni di euro al giorno evitabili se tutti fossero vaccinati. Se aggiungiamo i 21 milioni dei tamponi, arriviamo a 26 milioni al giorno: è il costo che sostiene la collettività ogni giorno perché non tutti si sottopongono alla vaccinazione. Al mese sono 780 milioni e 10 miliardi all’anno, l’8% di tutta la nostra spesa sanitaria’. E quanto costa vaccinare chi non l’ha ancora fatto? ‘Circa 8 milioni di persone vaccinabili (over 12) ancora non hanno fatto nemmeno una dose, una dose Pfizer (recentemente rincarata) costa 20 euro, vaccinarli tutti costerebbe 160 milioni, moltiplicato per le due dosi fa 320 milioni, una tantum (anche se al momento), contro i 780 milioni al mese, non è paragonabile’. In Italia 46 milioni di persone hanno ricevuto ad oggi una dose di vaccino anticovid, l’85,26% dei vaccinabili (over 12); 43,64 milioni di persone hanno una vaccinazione completa, l’81% della platea. Le dosi somministrate in totale sono oltre 87 milioni. Secondo l’ultimo rapporto del commissario per l’emergenza Covid è positivo anche il trend registrato nel corso degli ultimi giorni delle prime somministrazioni: ieri sono state registrate 73.296 inoculazioni, un incremento di oltre il 34% rispetto all’inizio della settimana. Forse, oltre ai numeri, per capire quanto costa non vaccinarsi/quanto vale vaccinarsi contro il Covid, basterebbe ricordare l’immagine dei medici stremati in corsia, delle bare dei morti di Bergamo sulla fila delle camionette dell’esercito in cerca di sepoltura. Forse, basterebbe ricordare cosa abbiamo vissuto. E fare il confronto tra cosa succede oggi con vaccini e green pass. (Di Giovanna Turpini). Gtu