Torna a Forme, il futuro della civiltà del latte e del formaggio

Dal 22 al 24 ottobre a Bergamo protagonista tradizione casearia orobica

OTT 13, 2021 -

Enogastronomia Milano, 13 ott. (askanews) – La civiltà del latte e del formaggio è la sostanza che dà forma al futuro di una valle, la Cheese Valleys, come amano definirsi le Valli Orobiche. Una amalgama di cultura, tradizioni, condizionamenti ambientali, scambi commerciali, protagonisti di Forme, la tre giorni dedicata al formaggio, al via venerdì 22 ottobre nei luoghi iconici di Bergamo. “Nel 2019 c’è stata una tripla vittoria per Bergamo poi a febbraio 2020 l’inchiodata pazzesca ma questa ci ha dato una voglia di ripartire, di non fermarci – ha detto emozionato il vicepresidente del progetto Forme, Francesco Maroni, durante la presentazione milanese dell’evento – nel 2020 abbiamo comunque presidiato il web e quest’anno è una vera emozione tornare in presenza. Il tema Forme future sta a ricordarci che abbiamo un futuro, ripartiamo dal futuro che è quello del formaggio italiano”. Il titolo scelto per quest’anno, infatti, è Remember the future, antichi saperi e nuove conoscenze a significare l’intento dell’organizzazione a investire su questo territorio che ha dato i natali all’industria lattiero-casearia italiana. “Le Cheese Valleys sono un piccolo puntino, è una piccola gabbia di panda bianchi – ha ammonito Maroni – gli agricoltori sono pochi e non si riproducono per cui noi proviamo a dare loro un futuro”. Il via alla tre giorni, che si chiuderà domenica 24 ottobre, è all’ex monastero di Astino con il Dairy culture and civilization forum organizzato da Afidop, l’associazione che riunisce i più importanti consorzi di tutela caseari italiani, un’occasione per celebrare i 70 anni dalla Convenzione di Stresa che nel 1951 ha sancito la nascita delle Denominazioni d’origine. Leitmotiv della presentazione la necessità di fare sistema: “Da Forme siamo partiti con un’idea: costruire una alleanza con le città, i territori, la montagna – ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – sigleremo una alleanza con Parma e Alba le altre due città creative Unesco per la gastronomia per formare il primo distretto gastronomico italiano”. E proprio partendo dal concetto di rete torna l’International creative summit, a cura del Comune di Bergamo all’ex monastero Vallombrosano di Astino che con il progetto “La biodiversità dentro la città: la Val d’Astino di Bergamo” ha vinto la terza edizione del Premio nazionale del paesaggio. Sempre nell’ottica della collaborazione anche la partecipazione di Ascovilo, l’associazione che riunisce i 13 consorzi dei vini lombardi “nati per stare insieme” coi formaggi come ha ricordato la presidente Giovanna Prandini appoggiata dal vicepresidente Maroni: “La tavola – ha detto – quando è composta è unita, così sul territorio se si fa massa critica si è più incisivi”. Ecco allora ii “Cheese labs” a Palazzo Terzi, curati da maestri assaggiatori Onaf e sommelier Ais, che presenteranno le specialità casearie delle Cheese Valleys orobiche e i più importanti formaggi DOP italiani, in abbinamento con i vini della Lombardia, oltre che con birre e liquori. A Piazza Mercato del Formaggio torna poi la mostra-mercato dove degustare formaggi ed vini, disponibili alla vendita. “Il latte – ha rimarcato l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabio Rolfi – ha un grande indotto e rappresenta un settore vitale per l’agroalimentare lombardo e anche nazionale. Basti infatti ricordare che, nel pieno della pandemia, il latte ha resistito, i suoi attori hanno rilanciato la multicanalità e raggiunto comunque i consumatori senza che un solo litro del nostro ‘oro bianco’ andasse sprecato. Forme Future rappresenta un’occasione per raccontare il territorio di Bergamo e delle sue valli, quindi il suo territorio, all’approssimarsi dell’appuntamento con Bergamo e Brescia capitali della cultura 2023, e di fare una narrazione che prenda le mosse dall’antica tradizione casearia orobica”.