Frodi informatiche: hacker russa arrestata a Genova

Le accuse: truffa, ricettazione e riciclaggio

OTT 11, 2021 -

Frodi Milano, 11 ott. (askanews) – Sembrava una tranquilla madre di famiglia. In realtà, dietro un’apparente normalità si nascondeva un’avvenente hacker: la donna, una 40enne russa esperta di informatica con la passione per il crimine e le cryptovalute, è stata arrestata dalla polizia postale a Genova, città dove risiede da anni. Secondo i pm della procura del capoluogo ligure, è legata a un’organizzazione transnazionale dedita alle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio. I traffici illeciti della donna non sono sfuggiti agli esperti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova che l’hanno arrestata al termine di un’attenta e complessa indagine. Esperta nel creare nuove identità, ritirava presso punti di recapito sempre diversi della provincia di Genova, gli oggetti che acquistava sui portali di e-commerce utilizzando fondi, carte di credito e conti bancari di ignari malcapitati. Per eludere eventuali controlli, la donna si presentava presso i punti di ritiro munita di documenti falsi oppure reclutava terze persone che, dietro compenso, ritiravano i pacchi al suo posto. Telefonini di ultima generazione e materiale elettronico di altissima qualità, spediti in Russia, a favore di soggetti appartenenti all’organizzazione oppure messi in vendita sui noti portali dedicati all’e-commerce. I lucrosi proventi erano poi riciclati tramite acquisti di criptovalute presso numerosi exchange internazionali. Gli investigatori della Polizia Postale, grazie ad indagini tecnico informatiche coniugate a quelle tradizionali, hanno accertato l’appartenenza della donna ad un’organizzazione transnazionale specilizzata nelle frodi informatiche, alla ricettazione ed al riciclaggio. Nel corso della perquisizione domiciliare, gli investigatori della sezione financial cybercrime della Polizia Postale hanno sequestrato numerosi POS e centinaia di carte di credito appositamente attivate per riciclare i proventi derivanti da truffe e frodi informatiche. E’ tuttora al vaglio degli investigatori l’analisi del corposo materiale informatico sequestrato.