Criminalità, Cioffredi: fine dell’impunità per i Casamonica

Importante la sentenza di oggi

SET 20, 2021 -

Criminalità Roma, 20 set. (askanews) – “La sentenza pronunciata oggi dal Tribunale di Roma riconosce il lavoro prezioso della Procura di Roma e dall’Arma dei Carabinieri che attraverso le indagini di Gramigna e Gramigna bis hanno  prodotto la solidità di un impianto accusatorio che configura l’associazione di stampo mafioso per il clan autoctono più antico e più potente di Roma. Fino a quel momento, l’attività investigativa era stata parcellizzata, priva di una prospettiva organica e sistemica”. Così Gianpiero Cioffredi presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio. “E’ stata proprio questa la svolta che ha consentito alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma di utilizzare non solo le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia o le intercettazioni ma anche tutto il materiale probatorio delle inchieste degli ultimi 30 anni realizzate da tutte le Forze di Polizia. La storia dell’ascesa dei Casamonica  mette in rilievo – sottolinea – la straordinaria sistematicità ed efficacia negli anni  dei suoi metodi di intimidazione e assoggettamento. Si tratta di una storia antica, che affonda le sue radici nella Capitale degli anni ’50 e ’60, quando piccoli traffici di automobili e il commercio di cavalli caratterizzavano l’economia del clan. Oggi, mezzo secolo dopo, le indagini li vedono protagonisti di cartelli con camorra e ndrangheta ma anche con i cartelli colombiani del narcotraffico. Un salto di qualità criminale che si è realizzato sotto gli occhi di tutti: mentre molti continuavano a considerarli come un gruppo di semplici “cravattari” o criminali di borgata, i Casamonica crescevano, nascosti dietro la sottovalutazione e facilitati da una difficoltà di riconoscimento. Nel nostro Primo Rapporto “Mafie nel Lazio” del 2014 lanciavamo un allarme sull’evoluzione mafiosa del clan dei Casamonica e sulla necessità di riutilizzare socialmente i loro beni confiscati cosi come la Regione Lazio – conclude – ha fatto restituendo ai cittadini tre ville di via Roccabernarda tra cui quella dalla cui demolizione è nato il Parco della Legalità. La sentenza di oggi sancisce la fine dell’impunità che ha alimentato il potere criminale del clan dei Casamonica”.