Covid-19, Icardi: su terapie domiciliari Piemonte ha fatto scuola

Quarantottomila pazienti presi in carico dalle Usca

SET 20, 2021 -

Piemonte Torino, 20 set. (askanews) – Terapie domiciliari Covid19 e stato di attuazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), sono i temi oggetto questa mattina, in quarta Commissione Sanità del Piemonte, di due informative da parte dell’assessore regionale alla Sanità. In fatto di cura domiciliare del Covid-19, il Piemonte ha fatto scuola a livello nazionale, facendo dell’organizzazione la prima vera medicina. Cosi ha esordito l’assessore alla Sanità ad apertura del confronto in Commissione. Il Piemonte è stato la prima regione a dotarsi di un protocollo per le cure domiciliari, formalizzato e condiviso con tutti gli stakeholder coinvolti nel piano d’emergenza sanitaria (sindacati, medici, Prefetture, sindaci, Protezione civile e ordini professionali). A detta dell’assessore Luigi Icardi, il fatto che il Covid abbia trovato in Piemonte un tessuto sanitario di sinergie consolidate da tempo tra ospedali e territorio, ha permesso di non farsi cogliere impreparati. Fin dalla prima ondata la scelta è stata quella di sostenere la cura del virus a domicilio, quando la rete familiare lo ha permesso e quando il quadro clinico risultava stabile. Alla cura domiciliare è poi seguita la presa in carico nei Covid hotel, nelle Cavs (Continuità assistenziale a valenza sanitaria) covid o Rsa e poi, solo come ultima ratio l’ospedalizzazione. Le prime sperimentazioni per la gestione territoriale Covid sono partite a marzo 2020, in provincia di Alessandria, con la gestione a domicilio di 340 pazienti, con un tasso ospedalizzazione del 6% contro il 22% atteso. Un paziente su quattro veniva curato con fornitura di ossigenoterapia. Da novembre ad aprile 2020 sono stati 48 mila i pazienti presi in carico dalle Usca (con una media di 2500 a settimana), di cui 3700 solo nelle residenze per anziani. In assenza di indicazioni ministeriali, in seno al Dirmei, è stato poi istituito il gruppo lavoro per le cure domiciliari, uno strumento voluto per fornire a medici del territorio indicazioni utili (già utilizzate in provincia di Alessandria), per curare a domicilio i pazienti Covid. Continueremo a curare a casa chi si ammala, ha sottolineato l’assessore alla Sanità, ma occorre far passare il concetto che le cure domiciliari sono complementari alla vaccinazione e non alternative.