Cingolani: Youth Cop26 di Milano sarà esperimento importante

"Arriverà contributo a cui noi non avremmo sicuramente pensato"

SET 17, 2021 -

Clima Milano, 17 set. (askanews) – Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, il Youth Summit della Un Climate Change Conference (COP26), in programma a Milano a fine settembre, sarà un “esperimento di per sé importante”. Lo ha detto a margine della presentazione dell’evento a Palazzo Marino. “Noi adesso a livello internazionale stiamo facendo un’accelerazione formidabile perché ci siamo resi conto che forse era un po’ tardi per invertire i problemi del cambiamento climatico e quindi tutti stanno davvero puntando il cuore oltre l’ostacolo. Però ricordiamoci che quello che stiamo facendo verrà gestito e se avrà successo sarà di uso frutto dei giovani. Quindi tanto vale che questi giovani comincino adesso a fare dei laboratori in cui provino a stimolare il loro comportamento come futuri leader” ha aggiunto. “Ne chiamiamo 400 da tutto il mondo e fate la prova di essere dei governanti di un Paese che ancora non c’è, ma che stiamo tentando di rimettere a posto. Loro quindi analizzano i temi principali e li presentano agli attuali governanti. Prima di tutto è una esperienza dal punto di vista culturale per i giovani senza precedenti e secondariamente scommetto che usciranno delle cose buone. Perché hanno modo di vedere la vita, i problemi, le tecnologie e le soluzioni, che è diverso dagli adulti consolidati, come posso essere io. Tutto quello che uscirà speriamo di poterlo portare in Cop26, come contributo a cui noi non avremmo sicuramente pensato” ha proseguito il ministro. “L’obiettivo primario, non dimentichiamocelo mai, è l’accordo di Parigi di tenere sotto l’1.5 gradi l’aumento della temperatura e quindi mitigare una roba che altrimenti diventa ingestibile, sia dal punto di vista climatico che dell’esistenza. Dopodiché nel fare questo c’è un’ulteriore sfida, che bisogna farlo cercando di livellare le differenze e di non lasciare nessuno indietro. È chiaro che non può essere un recovery elitario, anche perché il problema del clima è di tutti. Purtroppo c’è chi è più attrezzato per combatterlo e chi meno. Quindi nel momento in cui decidiamo di fare una battaglia comune, planetaria, contro il cambiamento climatico, ricordiamoci che c’è chi è più debole, che ha meno armi e che è meno predisposto, quindi bisogna pensare anche a delle misure che mitighino le differenze, oltre al cambiamento climatico” ha concluso Cingolani.