Napoli, spacciavano dentro l’androne di uno stabile:13 arresti

Residenti al Parco Verde di Caivano subiscono controlli

SET 15, 2021 -

Campania Roma, 15 set. (askanews) – Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri per detenzione e cessione a terzi di sostanze stupefacenti del tipo marjuana, hashish, cocaina, crack, cobret. Le indagini dei militari, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, sono state eseguite anche attraverso videoriprese ed intercettazioni ambientali in un arco temporale ricompreso tra il mese di gennaio ed il mese di giugno 2020. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un accurato meccanismo che consentiva di portare avanti l’attività di cessione a terzi di sostanze stupefacenti limitando al minimo il rischio di essere colti in flagranza di reato. L’attività si svolgeva all’interno dell’androne di una palazzina sita nel Parco Verde di Caivano. La porta di accesso allo stabile risultava chiusa dall’interno e gli acquirenti che si avvicinavano si interfacciavano con lo spacciatore nascosto all’interno unicamente attraverso una feritoia. In tal modo lo spacciatore riusciva a celare all’acquirente le proprie sembianze. All’esterno della palazzina, uno o più soggetti svolgevano ora le funzioni di palo, col compito di avvisare lo spacciatore del sopraggiungere delle Forze dell’Ordine, ora quelle di addetti alla gestione dell’afflusso degli acquirenti, che venivano convogliati in modo ordinato verso la feritoia e trattenuti allorché lo spacciatore doveva ancora essere rifornito della sostanza da cedersi. I carabinieri sono comunque riusciti ad individuare anche alcuni soggetti che materialmente si occupavano dell’approvvigionamento della sostanza, consegnata agli spacciatori mai in quantità eccessiva, con contestuale recupero dei profitti delle precedenti cessioni. E’ emerso anche come vi fosse una precisa suddivisione dei turni tra gli spacciatori, che si avvicendavano tra loro consentendo così che l’attività proseguisse senza soluzione di continuità per tutto l’arco delle ventiquattr’ore. Vittime delle condotte criminose accertate erano i soggetti residenti nello stabile che, per poter raggiungere le proprie abitazioni, erano costretti ad attendere che lo spacciatore aprisse il portone, venendo inevitabilmente sottoposti ad un rigido controllo e monitoraggio.