La Sapienza per l’inclusione: un progetto per contrastare il bullismo

Basato sul peso, a partire dal contesto sportivo scolastico

SET 10, 2021 -

Salute Roma, 10 set. (askanews) – E’ al nastro di partenza il progetto “Prevenzione e contrasto del bullismo basato sul peso: sport ed esercizio fisico per un intervento multilivello” che mira a promuovere l’inclusione e a prevenire vittimizzazioni nei confronti di minori a causa di particolari condizioni fisiche, l’obesità e il sottopeso. Il focus delle attività è sulle scuole secondarie di I e II grado del Lazio, e in particolare sul legame che intercorre tra i disturbi del peso e dell’alimentazione e i fenomeni di violenza tra pari all’interno del contesto scolastico, che si acuiscono durante lo svolgimento delle attività sportive. È con questo obiettivo che lo scorso 2 settembre la rettrice Antonella Polimeni ha firmato l’atto costitutivo della “Associazione per il contrasto del bullismo basato sul peso”. Alla realizzazione dell’iniziativa contribuiranno un gruppo di ricerca composto da docenti della Facoltà di Medicina e psicologia, coordinato dalla docente Caterina Lombardo, in collaborazione con la Fondazione per lo studio e la ricerca sull’infanzia e l’adolescenza e l’Associazione SOS Telefono azzurro Onlus. “La battaglia contro ogni forma di discriminazione e di violenza si combatte con le armi del dialogo e dell’istruzione – sottolinea la rettrice Polimeni – come università ci impegniamo ogni giorno per avere condizioni concrete di pari opportunità al nostro interno, ma abbiamo anche la responsabilità di dare il nostro contributo di professionalità e ricerca, affinché l’inclusione si realizzi pienamente in tutte le sue declinazioni, a partire dal segmento delle scuole che è nevralgico”. Il progetto, finanziato dal Dipartimento per le Politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri con 200 mila euro, svilupperà azioni volte a ridurre il fenomeno con metodiche multilivello, contemporaneamente in tutti gli attori coinvolti, studenti, genitori e docenti. I ragazzi vittime di violenza troveranno uno spazio di ascolto e di supporto per sviluppare strategie di resistenza al bullismo e gli insegnanti strumenti di contrasto applicabili anche dopo la fine del progetto. Le attività riguarderanno anche i genitori per aiutarli a riconoscere precocemente nei loro figli i segni della vittimizzazione e fornire strumenti per fronteggiarli, ma anche il gruppo dei pari, in questo caso i coetanei e gli studenti, per ridurre il cosiddetto “weight bias” cioè “la preferenza sociale verso corpi perfetti e massificati, caratterizzati da magrezza per le ragazze e muscolosità per i ragazzi – spiega la docente di Psicologia Clinica, Caterina Lombardo -. Questa preferenza sociale ispira giudizi negativi, emarginazione nonché azioni di vero e proprio bullismo verso chi non è conforme all’ideale stereotipato di bellezza. Uno studio americano ha evidenziato che, percentuali molto alte di giovani che si rivolgono a un centro specializzato per la perdita di peso riferiscono di avere subito azioni di vittimizzazione e di bullismo da parte dei pari (92%), degli amici (70%), dei genitori (37%), e degli insegnanti (27%)”.