G20 Ambiente: Italia al lavoro per arrivare a un documento comune

Il 22 e 23 a Napoli focus su economia circolare, energia e clima

LUG 21, 2021 -

G20 Roma, 21 lug. (askanews) – Si apre domani a Napoli il G20 Ambiente. Una due giorni in cui si affronteranno temi ormai dichiaratamente emergenziali: il riscaldamento globale, il cambiamento climatico, le scelte energetiche, la conservazione dell’ambiente. Questioni che interessano da vicino ogni abitante di questo pianeta, in qualsiasi parte del mondo, perché è ormai chiaro che nessuno si salva da solo e quindi nessuno può essere lasciato indietro. Dunque la sostenibilità del Pianeta e la transizione ecologica, così come l’interazione tra energia e clima sono centrali in questo G20 che vede riuniti nella sale del Palazzo Reale a Napoli i rappresentanti delle principali economie mondiali: ministri, diplomatici, delegazioni di tecnici per discutere sulle tematiche all’ordine del giorno dei numerosi incontri in programma. I Paesi del G20 rappresentano più dell’80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta e sono: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea. A questi si aggiunge la Spagna, che è un invitato permanente del G20. Mai come adesso nella storia, l’umanità si trova a dover fare scelte di fondo a fronte di un rischio sostanziale per il benessere e la vita delle prossime generazioni, non quelle che ancora devono venire ma i bambini di oggi, quelli che già siedono nelle scuole, come ha ripetuto in ogni occasione il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che domani alle 10 aprirà i lavori del G20 con l’economia circolare protagonista – per la prima volta – della ministeriale di apertura, seguita venerdì da clima e energia. In attesa dell’apertura dell’evento proseguono incessantemente i lavori delle delegazioni G20 per spingere la comunità internazionale verso obiettivi più ambiziosi, in ragione anche dell’avvenuto slittamento di alcuni vertici chiave a causa della pandemia, tra i quali la COP 15 della Convenzione sulla diversità biologica e l’adozione del “quadro globale” sugli obiettivi da raggiungere entro il 2030, e la stessa COP 26 sul clima che avrebbe dovuto tenersi nel 2020 e che si terrà invece a fine anno a Glasgow e di cui l’Italia e co-organizzatrice con il Regno Unito. “Abbiamo scelto di far prevalere l’ambizione e di lavorare incessantemente a un documento comune tra tutti. Sappiamo bene che la transizione ecologica non è un pranzo di gala, ma non abbiamo alternative che lavorare insieme in un’unica direzione, senza lasciare indietro nessuno”. Lo ribadisce il ministro Cingolani alla vigilia della due giorni, ben sapendo che la strada per arrivare a un documento comune con impegni vincolanti è accidentata. Le delegazioni stanno lavorando per produrre, al termine di ogni giornata, un comunicato condiviso tra i venti Paesi che contenga la traccia di visioni e impegni comuni. La transizione ecologica non è un pranzo di gala, avverte il ministro, e non esiste un’unica soluzione che risolva come per magia tutti i problemi che affliggono il nostro pianeta. Cingolani lo ha ripetuto più volte: non c’è una ricetta, servono azioni su più fronti, la transizione non si fa in un anno, è un cammino complesso, difficile, costoso (nel Pnrr ci sono oltre 70 miliardi per l’economia verde). Un percorso che deve essere condiviso, in cui chi è più avanti non può guardare solo al proprio traguardo ma deve accompagnare chi è più indietro, perché o si arriva tutti alla meta o non si salva nessuno. Un percorso che tocca moltissimi temi che saranno discussi al G20 e che il MITE evidenzia come altrettanti titoli. Il potere della natura: approcci basati sugli ecosistemi e soluzioni basate sulla natura come modelli e mezzi per affrontare il cambiamento climatico, la biodiversità e la povertà; Rete internazionale di esperti ambientali UNESCO; Appello per la tutela e il ripristino dei suoli degradati, appello per la gestione sostenibile dell’acqua e per la protezione “rafforzata” di Oceani e mari; spinta verso azioni comuni ambiziose a livello globale per combattere l’inquinamento marino da plastica. E ancora, rafforzamento della cooperazione per l’uso sostenibile e circolare delle risorse tramite una Visione G20 sull’economia circolare per il Dialogo sull’efficienza delle risorse del G20; il ruolo dei governi centrali a supporto delle Città circolari; educazione, sviluppo delle capacità e formazione; Finanza Verde; contrasto al cambiamento climatico; accelerazione della transizione energetica; flussi finanziari coerenti con l’accordo di Parigi sul Clima; ripresa sostenibile ed inclusiva con le opportunità offerte nell’energia da soluzioni tecnologiche innovative; Clima ed energia: città smart, resilienti e sostenibili.